S.O.S. amore
- Autore: Federica Bosco
- Genere: Chick-lit
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
Una versione italiana della protagonista del diario di Bridget Jones è senza alcun dubbio Chiara, 35 anni e una disastrosa situazione sentimentale. Capelli sfibrati, mani e piedi non curati, vive a Milano con la sorella Sara, e una madre che le tiene in ostaggio con i suoi attacchi di panico e un padre che vive a Cuba con una nuova compagna. Sul lettino del dottor Folli, suo analista, la protagonista narra ogni capitolo delle sue disavventure amorose a partire dalle elementari fino all’ultima, una relazione clandestina col suo capo che, come da copione, giura e spergiura di lasciare la moglie...
Questa la trama di “S.o.s. amore”, l’ultima fatica della oramai confermata scrittrice italiana Federica Bosco. “Erano gli inizi degli anni ottanta e tutto quello che è successo in fatto di moda in quegli anni è stato decisivo per il crollo dell’autostima di ogni donna. Avevo dei pantaloni di flanella a quadretti rossi e neri, infilati in un paio di stivali marroni col pelo sul bordo, una camici di velluto a coste color zafferano, rigorosamente dentro i pantaloni, e una cintura in vita. Sembravo un kazako. Ma non è finita qui, avevo i capelli con la permanente tenuti su con una pinza da parrucchiere e, oltre agli occhiali, anche una costellazione di brufoli sulla fronte!” Chiara è ironica, positiva, simpatica, priva di stile, eternamente insicura ed estremamente umana. Cerca sempre di perdonare le prepotenze altrui, ma non sa affermare il suo diritto all’amore e così finisce puntualmente per fare da zerbino a uomini egoisti e superficiali. Le sue vicende riescono ad appassionare fino alla fine. Sarà l’analista, con l’ausilio dell’ironia, a farle recuperare l’autostima e a farle conoscere il vero significato dell’amore. Di sicuro, tra i libri della Bosco è uno dei meno brillanti. Divertentissime le prime cento pagine, dense di battute fulminanti e situazioni esilaranti ma, in certi punti, soprattutto nella seconda parte, sfiora la soglia del melodramma, perchè si intrecciano talmente tante vicende, spesso tristi o poco edificanti, che ci si chiede se è veramente la Bosco a scrivere. E’ un libro semplice, leggero e scorrevole. Si legge abbastanza velocemente e ti intrattiene durante un triste pomeriggio di nebbia. Unico difetto serio: qualche congiuntivo dimenticato qua e là. “E’ forse chiedere troppo desiderare un uomo decente? Non sto parlando di un neurochirurgo esageratamente bello, sensibile, fedele, ben dotato, ricco e generoso, mi accontenterei di uno che quando ti dice ‘ti chiamo’ lo faccia entro l’anno. Uno che non si faccia venire un’ischemia quando deve pagare il conto, che non sia sposato, alcolista, ladro, bipolare o bugiardo patologico, perché questi li ho già sperimentati tutti ()..Non può semplicemente consultare il manuale segreto degli analisti? Quello con le formule magiche? ‘Pagina 87: giovane donna ancora passabile, sfigata in amore’, possibili soluzioni: 1. Fare una vacanza studio a Lourdes di almeno sei mesi; 2. Entrare in convento; 3. Donare il proprio corpo alla scienza.” Una nota di merito speciale al grandissimo Dottor Folli che, con le sue perle di saggezza, ha aiutato Chiara e che farà sicuramente riflettere ogni trentenne single in cerca di un uomo.
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Da fan delle avventure di Monica mi sono fiondato subito su questo romanzo. Però qui la sindrome di Bridget Jones mi è parsa subito meno evidente, per non dire assente. Percepivo Chiara più…umana... Non come una macchietta. E con l’avanzare del romanzo il mio dubbio è divenuto certezza. Quasi 400 pagine bevute in poco tempo, una storia appassionante e intrigante, e un finale che mi ha fatto stare davvero bene. Come non accadeva da tempo.