Sabbia nera
- Autore: Cristina Cassar Scalia
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
Gialli siciliani che si moltiplicano, dato il gradimento del pubblico…Dopo la poliziotta palermitana di Gian Mauro Costa, protagonista di “Stella o croce” ( Sellerio), ci spostiamo a Catania, dove Letizia Triches aveva ambientato il suo ultimo romanzo, “Giallo all’ombra del vulcano”.
Ecco appena uscito un libro con nuovo personaggio creato dalla fantasia di Cristina Cassar Scalia, che conosciamo in Sabbia nera, il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, trentottenne poliziotta palermitana, fuggita a Milano per difficili vicende in cui la professione si era mescolata con la sua vita privata, e ora trasferita da un anno a Catania. Sotto “la Muntagna”, il vulcano appena risvegliato, che cosparge di sabbia nera tutto ciò che si trova ai suoi piedi, una metafora del disagio che molti catanesi vivono quando nella città si risvegliano i peggiori istinti.
E la storia raccontata in questo giallo appassionante è proprio legata non solo al presente, ma ad un delitto avvenuto cinquanta anni prima e mai del tutto chiarito. Un’antica casa nobiliare fuori città, un rampollo erede di un futuro patrimonio, una vecchia zia arcigna e potente. Alfio Burrano con la sua fiammante Range Rover raggiunge Sciara, dove lo attende un domestico straniero e la sorpresa sgradevole di un’infiltrazione d’acqua che ha abbattuto un muro nella parte disabitata della casa. Nel tentativo di controllare il danno, Alfio dietro ad un montacarichi chiuso da decenni e a lui sconosciuto scopre con raccapriccio il cadavere mummificato di una donna, di cui si riconoscono solo i resti di abiti eleganti…
La polizia chiamata sul posto è composta dalla squadra di Giovanna Guarrasi, detta Vanina, con la sua aiuntante, la bionda bresciana Marta Bonazzoli, e i fedeli Fragapane, Spanò, Nunnari, il dirigente della Mobile, Tito Macchia, il capo, è sullo sfondo.
Con tutti questi personaggi impareremo a familiarizzarci nel lungo racconto che si mescola con un altro delitto, avvenuto 56 anni prima, come si riuscirà a ricostruire, nel 1959, anche con l’aiuto, determinante, dell’ormai ottuagenario ex commissario Patanè, che aveva partecipato alle indagini di allora. Era stato ucciso Gaetano Burrano, il ricchissimo imprenditore, marito di Teresa Burrano, proprio nella stanza dove ora è stato ritrovato il misterioso cadavere, ed era stato processato e condannato ad oltre trenta anni di carcere l’uomo di fiducia di Burrano, accusato ingiustamente, come si appurerà.
La trama del romanzo è complicata, i personaggi numerosi e ben tratteggiati, i colpi di scena si susseguono, ma al centro della storia resta Vanina. Un personaggio fascinoso, vestita in modo apparentemente sobrio ma ben studiato, single ma con una storia sentimentale difficile alle spalle, appassionata del cibo catanese per il quale troppo spesso rompe la dieta, collezionista di film ambientati in Sicilia che sono il suo vero hobby, fumatrice di Gauloises, consumatrice di cappuccini e brioches dolcissime, curiosa, attenta, intuitiva, innamorata del suo lavoro per il quale sacrifica tutto, anche il sonno.
Il libro, infarcito di Sicilia, dialetto, cibi, paesaggi, mare, sabbia vulcanica, si legge con grandissimo piacere: citazioni letterarie, Maigret soprattutto, Sciascia, tanti film siciliani, classici, La terra trema, Nuovo Cinema Paradiso, I cento Passi, fanno da sottofondo allo svolgimento serrato di indagini complicate, dato il tempo lontano in cui due delitti erano avvenuti, tempo di case chiuse, scarsità di mezzi investigativi, di strapotere delle mafia non ancora combattuta come lo sarà in tempi più recenti. Trasferte all’Ucciardone, weekend ad Aci Trezza, gite ai piedi dell’Etna, molti topos letterari siciliani ricorrono nel libro ma visti da un punto di osservazione originale.
L’autrice, medico, è catanese di adozione e mostra per la città una grande simpatia, che traspare dalle pagine del libro, che consiglio non solo agli appassionati di gialli, ma anche a chi apprezza il romanzo di costume, che in molte parti del libro Cristina Cassar Scalia sa ricostruire con intelligenza e finezza: pettinatrici, maitresse, dame di compagnia, sarte, prostitute, guepieres, auto d’epoca, ci riportano con esattezza filologica al 1959, anno dei misteriosi delitti. Il dialetto siciliano, usato con parsimonia da alcuni dei personaggi minori, dopo Montalbano è comprensibile a tutti i lettori.
Sabbia nera
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