Si fa presto a dire Adriatico
- Autore: Fulvio Ervas
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2013
Fulvio Ervas ha pubblicato un libro, “Se ti abbraccio non aver paura” , che è diventato rapidamente un bestseller, premiato tra l’altro come “Libro dell’anno 2012 a Fahrenheit”, la trasmissione culto di Radio 3.
Questa seconda prova (Si fa presto a dire Adriatico, Marcos y Marcos, 2013) è una nuova avventura del poliziotto Stucky. Siamo alla fine di luglio di un’estate in una località dell’entroterra veneto e Stucky progetta di fare una vacanza sulla costa croata con il suo cane “salsiccio”, sulla sua moto Morini d’epoca, visto che la sua compagna Elena dovrà rimanere a vegliare il figlio Michelangelo ammalato e non può accompagnarlo.
Stucky dunque abbandona doveri e incombenze per un campeggio in Croazia; il primo incontro lo fa con una bella donna, una veterinaria di nome Ajda, e i due progettano di incontrarsi ancora. Il campeggio dove si ferma è per naturisti e il nostro ispettore si trova nudo, in compagnia di italiani di mezza età, nudi anche essi, in leggero imbarazzo; presto però le cose si complicano perché nei bagni del campeggio viene rinvenuto un uomo impiccato e scatta l’allarme della polizia croata: l’ispettore Latinsky e i suoi assistenti cominciano le faticose indagini, innervositi dalla presenza indagatrice del poliziotto italiano che capisce subito che altri italiani sono coinvolti nel misterioso delitto e vuole partecipare alla ricerca dei colpevoli. Il romanzo si sdoppia e alla storia dell’indagine si alterna il racconto in prima persona dei pirati chioggiotti, organizzatisi in atti di pirateria a danno dei ricchi croceristi dell’Adriatico: assaltano yacht e barche a vela di ricconi che mangiano e bevono nei porti delle isole della Dalmazia, mentre i nostri pescatori divenuti pirati li spogliano dei loro beni incustoditi. La storia si fa sempre più complicata e violenta, le indagini sempre più pericolose, fino all’atteso lieto fine.
Molto interessante la lingua usata da Ervas, ricca di forme dialettali e di modi espressivi della zona dove si svolge la vicenda; complicata la geografia dei luoghi dove si aggirano inseguiti e inseguitori, in uno scontro di nazioni e di lingue, in realtà più vicine di quanto si immagini: tutti in Croazia parlano e capiscono l’italiano, malgrado una grande diffidenza nei confronti dei nostri compatrioti. La personalità dei due poliziotti, Stucky e Latinsky, è ben costruita, ma nel complesso il romanzo appare un po’ troppo contorto e non sempre facile da seguire per i troppi comprimari che compaiono, per i troppi luoghi nominati nei quali si rischia di perdersi, per le lunghe divagazioni del pirata ammiratore di Gabriele D’Annunzio e dell’impresa di Fiume che sembra ispirare le sue imprese criminali.
Mi è piaciuta la scrittura di Ervas, accurata e piena di interiezioni, forme colloquiali, ibridismi, che la rendono colorata e piena di cambi di registro, un po’ meno la trama del libro a cui non sono riuscita ad appassionarmi.
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