Un mare di silenzio
- Autore: Cristina Rava
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2012
Il quinto romanzo giallo di Cristina Rava si svolge, come i precedenti, in Liguria e ancora una volta la conduzione delle indagini è affidata ad una strana figura di detective, non professionista, un medico legale – donna di nome Ardelia Spinola, una single animata da un forte istinto di curiosità per i drammi umani e da una tenace volontà di perseguimento della giustizia.
A Toirano, paese dell’immediato entroterra ligure, stretto tra le propaggini dell’Appennino ed il mare, la notte di Capodanno tre colpi di fucile vanno a sovrapporsi ai botti dei festeggiamenti per il nuovo anno. In una modesta casa di una squallida stradina di periferia, un po’ isolata, adeguato rifugio per immigrati dalle scarse risorse economiche, vengono trovate due vittime, un giovane algerino di circa vent’anni, operaio, ed un dottore, anch’esso di origini algerine, ma perfettamente integrato, laureato in Italia e dedito alla propria professione. Il terzo colpo ha distrutto il video di un computer posto sul tavolo vicino ai cadaveri, lasciandone tuttavia intatta la memoria. Ciò che, però, suscita la curiosità di Ardelia è il rinvenimento casuale, a fianco della propria autovettura, di una chiavetta USB che pensa bene di tenere per sé e di non consegnare alla polizia incaricata delle indagini. Nella chiavetta Ardelia trova un testo per lei incomprensibile, essendo espresso in lingua e caratteri arabi; fortunatamente, però, si può avvalere del prezioso aiuto di Gabriel, un quasi zio, anziano, ebreo, dalla vita tumultuosa, che di pagina in pagina le fornisce la traduzione in italiano.
Scopre così che il testo è il racconto delle esperienze del giovane immigrato, dai nostalgici ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza in patria, ai sentimenti contraddittori e incerti suscitati dal contatto con il mondo occidentale, la sua cultura, le sue manifestazioni.
La scoperta rende Ardelia ancora più decisamente intenzionata a svelare il mistero, a scoprire l’assassino e il movente del delitto, nonostante l’insorgere di misteriose intimidazioni sempre più violente a lei dirette. L’aiuto di Gabriel e di altri personaggi in qualche modo collegati alle vittime porteranno Ardelia a conoscere la verità prima della polizia e a provocarne l’intervento risolutore, rendendo giustizia sia agli uccisi, sia, inaspettatamente, allo stesso assassino.
Il libro della Rava si distingue per vari aspetti dalla produzione di romanzi gialli più tradizionale: innanzitutto è singolare la figura del “detective”, una dilettante, un po’ incauta, appassionata, ma inesperta, che deve molto alla sorte e all’aiuto disinteressato di Gabriel, suo contraltare, professionale, esperto, disincantato, che si lascia coinvolgere solo per affetto verso Ardelia e nel timore che possa incorrere in conseguenze nefaste. Del tutto marginale, invece, il ruolo dei detective istituzionali, verso i quali Ardelia deve dissimulare per non rivelare la propria ingiustificata ingerenza, e che giungono a cose fatte a raccogliere i frutti degli sforzi altrui.
Singolare poi è anche il filo conduttore dell’indagine: l’autrice infatti non insegue intricati sviluppi, esiti violenti e sanguinosi, come ci si aspetterebbe in ogni romanzo giallo o thriller che si rispetti, ma si lascia condurre da un evidente sentimento di compassione verso quel mondo di immigrati che sta rapidamente crescendo e imponendo la propria presenza in una regione – la Liguria – così tradizionalmente chiusa e riservata. Lo stesso sentimento permea anche la storia di Karim, così intensa e struggente, e ricca di momenti lirici, che si alterna alla vicenda criminale intercalandovi un ritmo più pacato e sognatore. Ed è proprio in queste pagine che l’autrice rivela tutta la sua capacità di introspezione psicologica e di umana commiserazione, mettendo in campo una scrittura di purissima qualità.
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