Un paese alla deriva
- Autore: Giovanna Casapollo
- Anno di pubblicazione: 2021
Un paese alla deriva raccoglie dieci anni di lettere scritte da Giovanna Casapollo e pubblicate nella rubrica “Caro Direttore” de «L’Unione Sarda» dal 2011 al 2020.
La loro sequenza scandisce, attraverso il tempo, le vicende che si sono susseguite nel nostro recente passato, regalandoci un punto di vista preciso in campo politico e sociale. Le riflessioni, le puntualizzazioni, espresse con un linguaggio talvolta sarcastico talvolta amaro, ma sempre chiaro, espressivo e convincente, svelano la sofferenza nel vedere il paese precipitare sempre più in basso.
L’autrice evidenzia come il linguaggio, soprattutto della politica e dei social, sia diventato sempre più elementare e semplificato, il turpiloquio sia stato sdoganato, gli atteggiamenti egoistici e il disprezzo nei confronti dell’ “altro” prevalgono sempre di più. Si affermano sempre di più le istanze di chi vuole far prevalere esclusivamente il proprio ego senza occuparsi minimamente delle esigenze degli altri.
Se il filo conduttore è dato dall’evoluzione della vicenda politica — dall’epoca Berlusconi al fenomeno delle “sardine” — non mancano riflessioni e prese di posizione in merito alla scuola, a problemi sociali quali i giovani e il lavoro, il ruolo e la dignità della donna, l’immigrazione, l’integrazione, la tolleranza.
E ancora dalle pagine sgorga un grande amore per la “sua” Sardegna, accanto a un autentico europeismo. Tutto questo denota l’interesse costante e variegato dell’autrice che, sentendosi elemento attivo nella società, capta e interpreta di volta in volta umori, fragilità, aspirazioni, delusioni, aspettative e speranze.
Un paese alla deriva: Lettere al giornale - Dal 2011 al 2020
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Le lettere al giornale sono lo specchio di una società che denuncia, si interroga, si propone come portavoce di un malessere sociale attraverso uno strumento elementare dove considerazioni personali rivolgendosi al giornale di turno, pretendono di accendere l’attenzione di un vasto pubblico.
Nei testi proposti, che della lettera mantengono i caratteri della brevità, vengono delineati i tratti di una società travagliata dalla eterna volontà di cambiamento, che si affanna tra un’elezione e l’altra in attesa di chi risolverà i gravi problemi di una società malata sempre alla ricerca della soluzione palingenetica.
Ed è così che come in un teatrino di pupi siciliani, personaggi pittoreschi si muovono in una scena sempre uguale che li illude di interpretare quella volontà popolare sempre così instabile e volubile pronta a votarsi di volta in volta al demiurgo di turno.
Da Berlusconi con le sue donnine, alla sinistra perdente e piagnona a Renzi prima vincente poi crollato sotto i colpi di un referendum letale che lo inchioda alla sua maschera di ‘antipatico’ cosmico, sfilano i protagonisti di quella politica populista che trova il suo acme con lo tsunami Grillo e i suoi nipotini, Di Maio e Di Battista.
In un’Italia inquieta ed arrabbiata sempre più tormentata da scelte di pancia si affaccia infine sullo scenario un personaggio pittoresco come il leghista Salvini che considerandosi l’unico interprete dei bisogni e della volontà degli italiani minacciati da moltitudini di emigrati e clandestini, si pone come l’unico salvatore del mondo.
Inizia l’esaltante e avvilente epopea salviniana che culmina nella formazione di un governo ‘mostro’ con gli eterni avversari ‘grillini’ e brandendo un contratto capestro pretende di governare un paese sfinito.
Il fallimento di questo primo esperimento viene sostituito da un secondo tentativo anomalo, questa volta tra grillini e una sinistra frustrata nelle urne.
Oggi alle soglie di una catastrofe sanitaria, causata dal famigerato coronavirus che fa ecatombe di infettati costringe il governo a ricercare quell’unità nazionale che consenta di affrontare la terribile pandemia.
Non ci rimane che sperare che pur nella tragedia che sta investendo il nostro paese, l’evento sia vissuto come la ‘scopa di don Abbondio’ che mondi la nostra società da quel pericoloso odio sociale che ha dilagato in questo decennio tra i cittadini spesso inconsapevoli se non irresponsabili.
L’autrice