Una prof qualunque
- Autore: Giovanna Casapollo
- Genere: Scuola
- Categoria: Narrativa Italiana
Quando Giovanna, durante una delle nostre saltuarie ma chilometriche telefonate da un capo all’altro delle due isole mi ha timidamente proposto la lettura delle bozze del suo Una prof qualunque, ho aderito con entusiasmo. Giovanna… la compagna di scuola piena di idee brillanti e creative, con cui ho condiviso la preparazione alla maturità e poi il percorso universitario pur se in facoltà diverse... fra un capitolo di Storia moderna corredato dalle nostre illustrazioni e lo studio monografico del Verga… ecco le risate, le iperboli, le battute fulminanti, i finali a sorpresa, les exercices de style alla Queneau, le confidenze dei primi innamoramenti, le complicità amicali, la "recitazione" ad alta voce della Cantatrice calva di Ionesco, i pantaloni a zampa d’elefante, l’abbigliamento rigorosamente nero e vagamente esistenzialista alla Juliette Gréco…
Appena ricevuto il dischetto e stampate le bozze, il fascino di questi brevi racconti mi ha presa. Li ho letti tutti d’un fiato, affascinata da queste narrazioni brevi e agili che coinvolgono la sensibilità e scrollano certezze acquisite. I suoi “micro-testi narrativi” ci propongono con mano lieve e con una prosa gradevolissima venata di ironia e spesso di autoironia esperienze vissute e nuove chiavi di lettura di realtà per lo più accettate acriticamente o per superficialità o per disimpegno.
Il mondo che vive attraverso lo sguardo della protagonista, Elena, nome ondeggiante come la sua anima sempre alla ricerca di qualcosa in più ed eccessivamente incline alla autoanalisi, è quello della scuola. Una scuola che, nelle sue inadeguatezze, il suo carico burocratico opprimente, le sue proposte velleitarie cozza molto spesso con la generosità di progetti e l’impegno personale. Lo sguardo di Elena si posa su persone e cose, ora disincantato, ora altalenante fra una realtà quotidiana spesso deludente e il sogno; in questi momenti i contorni precisi si perdono e tutto assume un’aria fanée e vagamente decadente.
Elena, pur consapevole dei limiti e delle carenze strutturali, è spinta continuamente alla ricerca, al miglioramento, alla sperimentazione di metodi didattico-educativi più adeguati; la ricchezza che vive dentro di lei, la sua umanità, la forte motivazione che nasce dalla sua professionalità, la rendono ricettiva alle novità e le fanno cogliere in quel mondo di adolescenti i segnali anche più sfumati, più nascosti, le richieste di aiuto che i giovanissimi ci inviano ma che non sappiamo decifrare.
Riviviamo con lei la fatica quotidiana, le frustrazioni che nascono da un ambiente in cui imperano individualismi e atteggiamenti di diffidenza nei confronti del nuovo: lavori di gruppo, compresenza, moduli e altre “diavolerie del genere”. In questo microcosmo dominato dal burocratese dei discorsi ufficiali, da banalità, frasi fatte, piccole miserie quotidiane, si aprono come oasi, i progetti esaltanti, le esperienze culturali vissute con i propri alunni, i risultati gratificanti.
Alcuni mini-racconti sono pagine piene di freschezza e di allegria giocosa, flash di ricordi che zampillano improvvisi e luminosi come fuochi d’artificio, flashback in cui il passato è rivissuto con nostalgia, con struggimento, talvolta con angoscia. La temporalità, forma dell’esperienza, condizione del pensare, si organizza liberamente attraverso la memoria, l’anticipazione, la transizione continua da una dimensione temporale a un’altra. I bozzetti sono concentrati con un procedimento fortemente selettivo in testi brevi, la lingua è al massimo del contenimento e della espressività e non mancano notazioni poetiche nei brevi componimenti e nelle sequenze descrittive, pretesto per un gioco lirico raffinato.
Una prof qualunque
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Un libro perfetto per...
Gli insegnanti (ma non solo).
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Una giovane collega di Elena
Ho riletto ‘Una prof qualunque’ nella nuova edizione con il sottotiolo “Fatiche e convenzioni di un’arte indefinibile e ingrata”, un libro che risale a ben 20 anni fa quando sembrava che nuove riforme avrebbero reso più lieve un mestiere da sempre arduo e oneroso.
Nel libro che ho letto con interesse in quei primi anni di scuola, ho ritrovato quell’insegnante che sono e sono stata quando da giovane affrontavo la classe con tutto l’impegno del neofita piena di speranze e di aspettative verso quegli alunni che da me avrebbero ricevuto quel bagaglio culturale indispensabile alla loro formazione.
Anch’io come Elena ho attraversato momenti di scoramento seguiti da stati di esaltazione, ho vissuto con rabbia e indignazione decisioni prese in lunghi collegi dei docenti dove colleghi neghittosi godevano di benefici anche economici per sterili progetti inadatti al miglioramento della didattica.
Anch’io come Elena ho imparato a lavorare con colleghi brillanti che sapevano darsi con generosità all’attività didattica guadagnandosi la stima e l’apprezzamento dei loro alunni.
Negli anni ho imparato a realizzare programmazioni audaci, intervistato esperti, realizzato progetti arditi, mettendomi alla prova col bilinguismo sardo – italiano, invogliando gli alunni alla lettura di libri di autori prestigiosi e moderni. Sono stata l’ideale compagna in viaggi all’estero e ho saputo pormi con forza di fronte ad atteggiamenti scorretti e inadeguati.
Già dalla prima lettura della “Prof qualunque” mi sono riconosciuta in una persona che ha voluto dedicare la sua vita ad una professione che, seppure oggi ridimensionata nel suo ruolo di fronte alle famiglie e nella società tutta, ne riconosce l’importanza educativa come 20 anni fa.
Sono convinta che anche l’insegnante di oggi ritrova nel libro di Giovanna la collega di sempre, libera e innamorata del proprio lavoro.
Isabella