Oltre lo specchio di Giovanna Casapollo

Quella raccontata da Giovanna Casapollo in Oltre lo specchio è la storia di una giovane donna che vive in modo morboso la percezione del suo corpo, affrontando la vita con leggerezza e gioia, finché la verità sulla sua nascita non la riporta a una realtà che fa fatica ad accettare. Sarà la malattia a offrirle l’occasione di riscattare quello che considera una mancanza incolmabile, a far crescere la sua sensibilità e dare il giusto valore alla vita.

Bella, amata con trasporto dai suoi genitori, Cloe ha nei confronti del proprio corpo una sorta di idolatria. Vive con lascivia il piacere di carezzarsi, di solleticare voglie sensuali che la fanno sentire unica anche nei confronti di chi la desidera e aspetta da lei una risposta d’amore che non arriva.

Aver saputo di essere stata concepita con un’inseminazione eterologa fa franare le sue certezze e perdere quell’autostima che l’aveva sempre accompagnata.
Da lì a poco, però, la scoperta che un tumore maligno ha aggredito il suo corpo le restituisce paradossalmente la fiducia nella vita e l’amore verso quei genitori che l’hanno voluta con caparbietà.

Con il suo scrivere semplice, ma raffinato, Giovanna Casapollo delinea un personaggio femminile che racchiude in sé le fragilità di tanti giovani della nostra società evoluta.
Cloe, una splendida ventenne, ha tanto per essere felice: la bellezza, l’intelligenza e due genitori che l’adorano, ma è proprio in questi requisiti che si annidano le radici della sua inquietudine.

La bellezza è per Cloe una morbosa ossessione, una narcisistica contemplazione di sé, quasi un idolo da preservare da qualsiasi violazione, anche da quella dell’amore fisico, nonostante il suo giovane corpo lo reclami.
Una bellezza valida in quanto tale, una bellezza da godere davanti allo specchio.
L’amore dei genitori, in particolare quello un po’ inquietante del padre, non la rassicura, non l’aiuta a trovare una sua identità.

Bruscamente la sua inquietudine si concretizza. La scoperta delle modalità della sua nascita le apre un percorso di rabbia, di disperato rifiuto della verità che le impedisce una lucida valutazione della realtà: la scelta di metterla al mondo diventa per lei un atto di egoismo compiuto per soddisfare l’ego materno.

La lotta contro la sofferenza fisica che si palesa in quei momenti per lei disperati la conduce a prendere atto che la sua vita può continuare dando un valore diverso a se stessa e alle persone che l’hanno sempre amata per quello che lei non riusciva a vedersi dentro.