Una gita fuori porta. Itinerari siciliani insoliti
- Autore: Marcella Croce
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Il titolo del libro di Marcella Croce, Una gita fuori porta. Itinerari siciliani insoliti (Nuova Ipsa editore, 2024), rimanda a una rubrica omonima che l’autrice cura in atto per il “Giornale di Sicilia” dove ha scritto numerosi articoli già riuniti in un primo volume edito da Margana nel 2022: Sicilia da scoprire, borghi, riserve naturali e musei insoliti. Questo secondo volume raccoglie adesso un numero maggiore di articoli di pari tenore e il sottotitolo di copertina (Itinerari siciliani insoliti), ne significa i contenuti.
Marcella Croce è autrice di interessanti volumi, che trattano della Sicilia, del suo cibo e delle tradizioni popolari come pure di altri in cui narra, in ragione del suo vissuto in Giappone e in Iran, le tradizioni e non solo, di questi paesi (cfr. L’anima nascosta del Giappone, Marietti ed., 2009 e Oltre il chador, Iran in bianco e nero, Medusa edizioni, 2006)
Quest’ultima raccolta di articoli, vuole segnalare luoghi meno conosciuti e che destano nel lettore curiosità e interesse e, in questo senso, la maggiore isola del Mediterraneo la si può considerare di certo il luogo ideale, essendo innumerevoli i luoghi e gli itinerari insoliti.
Una intensità e vastità di località tutte da visitare e da approfondire sotto diversi punti di vista, storico, culturale e antropologico. E tra le tante caratteristiche peculiari del territorio siciliano, nelle numerose esplorazioni sul campo condotte dall’autrice, sono state notate le diverse le perforazioni operate attraverso fori sulle rocce, a opera prima dei Siculi sulla parte orientale come a Pantalica mentre i Sicani occupavano invece la parte centro occidentale della Sicilia. Una caratteristica comune riscontrata dall’autrice è la vicinanza di ogni centro con delle necropoli essendo molto diffuso il culto dei morti, già in tempi preistorici, ancor prima dei Fenici, e dei Greci.
Altre perforazioni sul terreno si ebbero in epoca recente, nell’Ottocento e nel Novecento al fine di scavare miniere di sale e di zolfo in prevalenza, ormai abbandonate, che in una quantità notevole erano operative specie nella Sicilia centro occidentale.
Si evince, leggendo questo prezioso volume, la curiosità dell’autrice di conoscere la Sicilia “fuori porta”, intesa come quella “zona di interesse” al di fuori delle “normali” conoscenze, un elemento, una qualità che spesso difetta a molti abitanti che ritengono di poco o nullo interesse quello che sta loro intorno.
La gentilezza verso i forestieri è un’altra caratteristica che emerge dalla frequentazione della gente locale che preferisce financo accompagnare personalmente sul luogo e non limitarsi a una semplice indicazione dell’itinerario.
L’A, rileva come più propriamente in terra di Sicilia contrapponendolo al melting pot americano, si debba parlare invece di melted pot, ovverosia di un insieme di etnie ormai consolidato e non in itinere, identità cioè ormai fuse, non avendosi più idee precise sulle relative e varie origini della popolazione presente nell’Isola.
Ci si è amalgamati in un insieme dove se si vuole fare in distinguo non è per il colore della pelle, ma piuttosto per la classe sociale cui si appartiene.
A questo miscuglio di etnie “locali”, bisogna poi aggiungere altre che sopraggiunsero nel corso del tempo come i cosiddetti Lombardi, provenendo non solo dall’attuale Lombardia ma anche dal Piemonte e territori circostanti.
Queste popolazioni costituiscono una vera particolarità, in quanto arrivati con i Normani in Sicilia oltre mille anni fa e ora stanziali in centri come Piazza Armerina, Aidone, Sanfratello, San Piero Patti e altri ancora che conservano ancora oggi un proprio “dialetto” dalle chiare origini d’oltralpe. Vi sono poi gli Ebrei che cacciati nel 1492, in virtù dell’editto di Granata della cattolicissima Spagna, una popolazione ebraica che invero in diversa misura rimase nell’Isola, alcuni perseguitati dalla Santa Inquisizione, altri convertiti come testimoniano molti cognomi. E ancora vi sono in Sicilia, popolazioni di origine albanese, arrivate in epoca più recente, circa 500 anni addietro e che hanno conservato anche una propria lingua (l’arbëreshë) come pure le loro tradizioni religiose come il rito bizantino della Chiesa ortodossa; I principali Comuni “albanesi” sono Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Santa Cristina Gela, Mezzojuso e Palazzo Adriano.
A fronte della piacevolezza nel leggere e approfondire questi interessanti temi e luoghi, l’autrice, fa rilevare come vi siano per i visitatori dell’Isola dei grossi ostacoli da affrontare, quali in primis le informazioni deficitarie su quanto si voglia vedere con carenze informative persino sul web. I vari siti sulla rete, infatti non vengono aggiornati come pure i numeri telefonici e nel volume di Marcella Croce, si è cercato quanto più possibile di fornire le corrette e aggiornate informazioni e le coordinate migliori per raggiungere ciò che si vuole ed è interesse visitare distinguendoli come ubicate nelle nove provincie.
Di rilievo e significativa la copertina del volume che dà un’idea della varietà dei luoghi di cui si tratta all’interno del prezioso libro.
In alto vi è Capo Bianco presso Cattolica Eraclea, una riserva che ricorda la Scala dei Turchi con quella marna argillosa bianca, poi la Fiumara d’arte con i paesi che si vedono intorno, Pollina e Chiusa, e ancora una delle processioni della Settimana santa a Collesano, e il Palazzo delle Poste ad Agrigento, espressione tipica dell’architettura del Ventennio fascista.
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Studioso e appassionato della Sicilia, della sua storia e delle sue tradizioni millenarie.
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