Una nobile follia
- Autore: Igino Ugo Tarchetti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
Igino Pietro Tarchetti (1839-1869), in arte Iginio Ugo Tarchetti, è stato uno degli esponenti più noti della Scapigliatura. Poeta, romanziere e giornalista, scomparve in giovane età, ma consegnando ai posteri una produzione di scritti molto ampia e varia. Tra il 1861 e il 1863, arruolato nell’esercito italiano, lo scrittore partecipò alla campagna di repressione del brigantaggio in Sud Italia. Emotivamente colpito dalla guerra nel Meridione, maturò un convinto antimilitarismo e nel 1864, trasferitosi a Milano, si avvicinò agli scapigliati.
È probabilmente dal trauma della sua esperienza di soldato che Tarchetti trasse ispirazione per scrivere il romanzo Una nobile follia, edito a puntate nella rivista Il Sole a partire dal 1866 e in volume, prima nel 1867 e poi nel 1869. Nel 2009 l’opera è stata ristampata da Giorgio Pozzi, in una nuova edizione a cura di Lavinia Spalanca.
Il libro racconta la tormentata esistenza dell’orfano Filippo Sporta, costretto ad abbandonare la donna che ama per combattere nella Guerra di Crimea (4 ottobre 1853 - 1° febbraio 1856), a cui il Regno di Sardegna partecipò a partire dal 26 gennaio del 1855.
"Allora il piccolo Piemonte [...] inviava il suo contingente di soldati; quindicimila uomini" scrive l’autore, costoro erano "coloni dei territori, delle valli e dei bacini del Po, terrieri dei vigneti del Monferrato e del Canavese, nessuno dei quali sapeva che cosa fosse la Russia, né cosa avessero fatto loro i popoli di quella nazione".
Durante i cruenti scontri nella penisola, il protagonista uccide un soldato dell’esercito russo cadendo in uno stato di profondo turbamento che lo conduce alla follia e al rifiuto di ogni forma di violenza.
Durante le lezioni di Storia, a scuola, la partecipazione militare del Regno sabaudo alla guerra di Crimea viene spesso minimizzata e l’intero conflitto viene trattato sbrigativamente. Completamente differente è il punto di vista di Tarchetti, che dedica diverse pagine a descrizioni tanto macabre quanto approfondite degli eventi bellici, su cui è impostata una decisa critica al militarismo.
Tarchetti insiste nel condannare il reclutamento e la reclusione forzata dei soldati, depreca la vita di caserma, difende i disertori e afferma che "dietro quei fantasmi che si chiamano il valore, il dovere, l’onore militare, gli interessi della nazione" si cela "lo spettro feroce di una monarchia".
Alessandro, Cesare, Bonaparte e i grandi capi militari in generale vengono condannati con una retorica a tratti più adatta alla pamphlettistica che a un testo di narrativa:
"Sono stato a Marengo e ho visitata la villa Napoleone: – mi fu mostrato il davanzale della finestra su cui quel grande malvagio firmò l’armistizio coll’esercito alleato, la penna e il calamaio di cui si è servito. Ho fatto delle sconfortanti considerazioni sull’ingiustizia degli uomini. Dove si conserva la sedia e il tavolino su cui un buon re dettava le sue leggi di pace?".
Il protagonista rifiuta l’ateismo ed esprime un’intensa religiosità personale e una forte fede in Dio, ma distanti dal Cattolicesimo, che riflettono probabilmente la spiritualità dell’autore.
In tutto il libro si avverte l’influenza stilistica de Le ultime lettere di Jacopo Ortis (del resto Tarchetti scelse di firmarsi Ugo proprio in omaggio a Foscolo). A parere di chi scrive, lo scapigliato ha tentato di ritrarre realisticamente la pazzia senza riuscire del tutto nel suo intento: l’indagine della mente umana e della sua malattia viene depotenziata dal prevalere della natura politica dello scritto.
Sicuramente nella composizione di una simile opera la delusione post-risorgimentale ebbe un ruolo notevole, ma il testo è appesantito da toni polemici francamente eccessivi. Non si può non costatare che nell’opera è completamente ignorato il fatto che durante il Risorgimento (piaccia o non piaccia) migliaia di giovani presero volontariamente le armi per gli ideali in cui credevano e un grande numero di esuli politici si arruolò proprio nell’esercito piemontese. Nella loro epoca, gli appelli utopici di Tarchetti sono incorsi nel biasimo di una parte consistente dell’opinione pubblica italiana e furono accolti favorevolmente solo da pochi intellettuali, tra cui Felice Cavallotti (1842-1898), “il bardo della democrazia”, che nel 1877 fu tra i fondatori dell’estrema sinistra storica. Tuttavia, anni più tardi, il movimento futurista (sin dal suo manifesto fondativo del 20 febbraio 1909) si scagliò con vigore contro ogni tipo di pacifismo, con la pubblicazione di testi tesi a esaltare la guerra e il gesto distruttore.
Nella sua prefazione, datata "Milano, 24 gennaio 1869", Tarchetti cita un parere piuttosto positivo espresso dal patriota Francesco Dall’Ongaro (1808-1873) nei confronti di Una nobile follia:
"Quattro o sei di questi drammi della vita militare, diffusi nelle caserme e nel popolo, basterebbero a risvegliare la coscienza delle moltitudini per modo, che l’Italia sarebbe guarita in poco tempo da questo cancro che divora la vita, gli averi, e qualche cosa di più prezioso, la libertà".
L’autore de Il fornaretto (1846) scrisse inoltre: "Questo non è uno di quei racconti che passano inavvertiti".
Davanti a tali parole c’è da restare quantomeno stupiti, poiché Dall’Ongaro è stato uno dei maggiori cantori della guerra patriottica contro gli austriaci ed è strano leggere da parte sua delle lodi a un libro in cui è denigrata quell’educazione che insegna a "considerare come nemici tante migliaia di […] buoni fratelli perché nati al di là delle Alpi".
Proprio Dall’Ongaro aveva espresso idee ben diverse nella sua raccolta poetica Stornelli Italiani. In questa silloge, nella poesia I tre colori, ad esempio, egli scrisse "il verde, il rosso e ’l bianco/ Gli stanno bene con la spada al fianco" e tra i versi di un altro componimento, intitolato proprio Il disertore, si legge (si cita l’edizione romana del 1848):
"Se tu non ami la tua patria antica/ Come per altri sentirai l’amore?/ Al tuo paese rompesti la fede:/ Povera la ragazza che ti crede!/ Povera chi si fida ad un marrano [...]".
Una nobile follia
Amazon.it: 9,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una nobile follia
Lascia il tuo commento