L’enigma del libro dei morti
- Autore: Martin Rua
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
L’Artiglio del Diavolo ghermisce il pianeta. Un’arma distruttiva, dalle montagne dell’India. Non è lama, né freccia, né veleno, eppure è capace di mietere innumerevoli vite. Attraversa i secoli dalla metà del 1200, racchiusa in uno scrigno ed è protagonista inquietante del secondo romanzo della Prophetiae Saga di Martin Rua, “L’enigma del libro dei morti”, pubblicato a luglio da Newton Compton (pp. 336, euro 9,90 in formato cartaceo, euro 2,99 in ebook, per tutto gennaio 25% di sconto in libreria e online sull’intero catalogo Newton), seguito del thriller storico “La profezia del libro perduto” (sempre Newton Compton, 2016).
Martin Rua è napoletano. Laureato in Scienze Politiche con una tesi in Storia delle Religioni, ha diretto i suoi studi ulteriori verso la scienza alchemica e la Massoneria. È l’autore della Parthenope Trilogy, gialli venati di storia, che fondono esoterismo e azione. Ora, all’antiquario Lorenzo Aragona, leader di quella serie di romanzi, ha sostituito lo scrittore Luc Ravel (come il compositore), discendente di Nostradamus. Agisce nella Prophetiae, basata su visioni profetiche che anticipano il futuro del nostro pianeta.
Lo scrittore partenopeo è considerato il Dan Brown italiano e anche se il confronto potrebbe in qualche modo condizionare un approccio più spontaneo al suo stile narrativo del tutto personale (Rua è Rua e non altri), si addice ai contenuti dello scrittore italiano. Martin Rua mette insieme alchimia, predizioni, sette segrete, riti occulti e millenarismo, spaziando da un secolo all’altro, dal medioevo ad oggi. Proprio come in questo nuovo titolo che dalla Linguadoca catara del XIII secolo si sposta nel 1500 di Michel de Notredame, per arrivare a Parigi e alla Siria attuali, con la sempre enigmatica presenza di Rennes-le-Chateau, villaggio del nord della Francia, minuscolo ma noto.
Non pochi misteriosi soggetti avrebbero a che fare con quel piccolo centro: templari e custodi di scienze occulte, occultisti e sostenitori della discendenza di Cristo coniugato con la Maddalena. È una delle capitali mondiali dell’esoterismo.
Proprio lì, in una grotta, Martin Rua fa rinvenire un inestimabile reperto, dopo una campagna di scavi condotta con discrezione da un’equipe guidata dall’archeologo Yves Charpentier. Le ricerche portano alla luce quanto si cercava da tempo e che viene subito nascosto nuovamente: l’Artiglio del Diavolo. È il nome dato a un’epidemia di peste bubbonica nella Francia meridionale del 1548, che la popolazione affronta con sgomento e superstizione, sacrificando sul rogo giovani vittime. Purificando simbolicamente (e crudelmente) il territorio, credono di allontanare la maledizione divina,.
Una variante mutante moderna del bacillo della yersinia pestis si manifesta anche nella Aleppo assediata dalle truppe governative di Bashar al-Assad. Febbre alta, macchie scure purulente sul collo, sotto le ascelle, all’inguine. I medici cercano di far fronte con antibiotici e sulfamidici ma l’agente infettivo è troppo forte. Eppure un sanitario ha elaborato un rimedio. Gli viene sottratto da un commando armato, che irrompe nell’ospedale di Medici senza Frontiere, nella città bombardata.
Si torna a metà 1500. A Montsegur, trecento anni prima ultimo baluardo degli eretici catari, è attivo il Priorato, una setta di fanatici, guidata da Arnaud Saunière. Il dottor Domergue, il Magister, dà credito ai sospetti che dietro la pestilenza ci siano proprio quei fondamentalisti. A sostegno ci sono le credenze sulle quali si basa la predicazione del Priorato, che vorrebbero il genere umano condannato all’estinzione, perché incapace di redenzione.
Da Aleppo, la peste si diffonde in maniera incontrollabile a Parigi, portata da un profugo siriano, ospite di una struttura di accoglienza. In una capitale terrorizzata dal morbo, cresce la protesta xenofoba neofascista e si espande una setta pseudoreligiosa, guidata dal Priore, un uomo con un cognome che ricorre nella crociata cristiana contro i catari: Saunière. I migranti, dice, hanno portato una malattia scomparsa da secoli, ma la colpa è del governo, che non sa gestire l’emergenza migratoria. Basta con l’accoglienza, si pensi solo ai Francesi!
Nel Paese dilaga la guerriglia antigovernativa e il capitano Khadja Moreau, a capo della squadra Horus, pensa con disperazione a Gabriel Nostradamus, sperando che la spia più sfuggente di Francia sia ancora viva, come non ha cessato di sperare ogni giorno, da un anno a quella parte.
Abbiamo a che fare anche con un esperto in autismo, un neurologo di Granada. Attraverso il bravo dottor Jimenez ritroviamo all’improvviso in Luc Ravel, alias Gabriel Nostradamus. È sopravvissuto all’esplosione all’Hotel de Ville. Solo il figlio autistico e la fedele governante Cecile ne sono al corrente. Vivono con lui nel buen retiro sotto la Sierra Nevada, in una vecchia proprietà di famiglia della madre e dove ha trascorso mesi a riprendersi fisicamente.
È chiaro che Luc Gabriel tornerà al timone ne “L’enigma del libro dei morti” e verrà a capo del mistero. Ma non sarò facile debellare la Peste Nera.
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