La tempesta
- Autore: William Shakespeare
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Orecchio Acerbo
- Anno di pubblicazione: 2016
Orecchio acerbo edita per i piccoli lettori “La Tempesta” (2016, titolo originale The Tempest, traduzione di Attilio e Maria Grazia Carapezza) di William Shakespeare (1564-1616), commedia in cinque atti composta dal drammaturgo e poeta inglese tra il 1610 e il 1611, con l’adattamento di Mary Ann Lamb (1764-1847) e le illustrazioni di Fabian Negrin.
“C’era un’isola in mezzo al mare in cui abitavano soltanto un vecchio, di nome Prospero, e sua figlia Miranda, una fanciulla molto bella. Era giunta su quest’isola così giovane, da non ricordare di avere mai visto altro essere umano che il padre”.
Prospero, dalla lunga barba grigia, spodestato duca di Milano e mago, viveva da dodici anni insieme alla figlia, su un’isola dell’oceano. L’uomo era stato relegato in quel luogo dal geloso fratello Antonio, con l’aiuto del re di Napoli, dopo che lo aveva deposto dal suo ducato. Padre e figlia, dai lunghi capelli rossi e di animo sensibile, dimoravano in una grotta scavata nella roccia e suddivisa in numerose stanze, una delle quali era lo studio di Prospero dove teneva i suoi libri che trattavano quasi tutti di magia,
“una scienza che a quel tempo interessava molto tutti gli uomini di cultura”
e che per lui si era rivelata molto utile. Infatti, l’isola era stata incantata da una strega di nome Sicorace, morta poco prima del suo arrivo. Prospero, grazie alle sue arti, aveva potuto liberare molti buoni spiriti che Sicorace aveva imprigionato nei tronchi di grossi alberi, perché si erano rifiutati di eseguire i suoi ordini malvagi. Da quel momento questi gentili spiriti, il cui capo era il vivace Ariele, si erano sottomessi al volere di Prospero. Ariele, di natura mite, nutriva rancore verso “un brutto mostro” il deforme Calibano, di forme meno umane di quelle di una scimmia, in quanto figlio della sua vecchia nemica Sicorace. Prospero gli aveva insegnato a parlare ma la cattiva natura di Calibano non gli permetteva di imparare niente di buono e utile. Ariele si divertiva a fargli dispetti, “gli faceva le boccacce”. Prospero, attraverso il governo e l’obbedienza degli spiriti dell’isola, poteva imporre la sua volontà anche ai venti e alle onde del mare e aveva ordinato agli spiriti di scatenare una tremenda tempesta, che aveva fatto naufragare sull’isola una bella nave. Miranda era in pena per la sorte dei naufraghi
“Povere anime, periranno tutte!”.
Il padre le aveva spiegato che aveva ordinato che “nessuno sulla nave ne riceva danno” e che aveva agito nell’interesse della sua figliola. Infatti, “i miei nemici, il re di Napoli e il mio crudele fratello, sono approdati sull’isola”. Il suo intento era riportare sua figlia Miranda al posto che le spettava. Era la vendetta di Prospero,
“tutto sta andando esattamente come desideravo; mia figlia sarà regina di Napoli”.
L’affascinante Miranda e Ferdinando, figlio del suo nemico s’innamorarono al primo sguardo.
“Confessava di amarla più di tutte le donne che aveva mai viste”.
La casa editrice romana edita la penultima opera di William Shakespeare, dove la vendetta e la forza della compassione dominano la narrazione che ha il pregio di interessare i lettori più piccoli, che subiscono la fascinazione degli spiriti e delle fate, alla magia dell’immortale universo del Grande Bardo.
“Se tu, che sei uno spirito, partecipi alla loro sofferenza, non dovrei io, che sono un uomo come loro, provarne compassione?”.
La tempesta. Testo inglese a fronte
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