A che gioco giochiamo?
- Autore: Sophie Kinsella
- Genere: Chick-lit
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
Prosegue con successo l’operazione di “recupero” (si legga: traduzione in italiano) dei romanzi scritti da Madeleine Wickham prima di raggiungere la notorietà con lo pseudonimo di Sophie Kinsella.
Le appassionate di questa autrice ne sono sicuramente già al corrente: è uscito da pochi giorni sul mercato italiano il quinto romanzo della “Sophie senza maschera” (e, aggiungo come sempre, ancora mancante di quella vena particolarmente ironica e brillante che caratterizza la sua produzione sotto pseudonimo): “A che gioco giochiamo?” (Mondadori, 2013)
La situazione esaminata in questo nuovo libro ricorda fortemente quella di “Vacanze in villa”, uno dei precedenti: anche qui ci sono coppie che si riuniscono in una villa, quella di Patrick e Caroline. La scusa è un piacevole fine settimana con annesso torneo di tennis organizzato nel campo privato dei padroni di casa, ma in realtà su tutti i protagonisti aleggerà per tutto il tempo lo spettro del denaro dominatore e dell’avidità che può portare a calpestare amicizie e sentimenti. Caroline è seccata dal dover ricevere quelli che non sono altro che finti amici, in realtà clienti del marito: Charles e Cressida, una coppia sbilanciata (lei, vacua e ingenua ma ricchissima, è innamorata di lui, lui l’ha sposata solo per denaro lasciando l’allora compagna Ella e una vita bohémienne orientata all’arte), e Don e Valerie, padre e figlia che si lasciano sfuggire terribili gaffes con fin troppa naturalezza. Gli unici veri amici, per Caroline, sono Stephen ed Annie, vecchi vicini di casa rimasti poveri rispetto a tutti gli altri. Caroline intuisce che l’obiettivo di Patrick è ben altro rispetto a un tranquillo e divertente week-end. Non sbaglia: il marito, consulente finanziario, è infatti smanioso di appioppare a una qualsiasi “vittima” un fondo di investimento ad alto rischio, pur di raggiungere il bonus di fine anno. Disgraziatamente, finisce per mietere la vittima meno adatta di tutte, mentre l’atmosfera, tra inviti mal sopportati, arrivi inaspettati e imbarazzanti, rivelazioni catastrofiche e verità sfuggite al controllo, si fa sempre più incandescente, rischiando di travolgere tutto, a partire dalle coppie che sembrano inossidabili, ma che forse lo sono solo per abitudine e per senso del dovere. Mentre il torneo di tennis naufraga, sono i bambini a fungere da giusto contrasto e inascoltato esempio per gli adulti. Soprattutto Georgina, figlia di Patrick e Caroline, dispotica ma con un grande cuore, e Nicola, sfortunata ma coraggiosa figlia di Stephen ed Annie. Forse bisognerebbe tornare bambini, con l’ingenuità di chi disprezza il denaro…
Lo “stile Wickham” si conferma, rispetto allo “stile Kinsella”, più sfumato, con toni da commedia alto borghese e più incline al sorriso che alla risata. La partenza è molto lenta, ma dopo qualche capitolo ci si appassiona a questo leggero intrigo fra i personaggi, fra i quali, però, nessuno spicca e nessuno fa innamorare la lettrice.
Caroline ispira un misto di fastidio e solidarietà, col suo disprezzare il marito ma sentirsi legata a lui, Annie risulta fin troppo semplice e positiva, Cressida è evanescente e povera di sostanza, Valerie sciocchina e un poco svanita. Per non parlare degli uomini, stizzosi e immaturi. Non c’è il brio della Kinsella, ne’ le situazioni strambe dei migliori romanzi della Wickham, come “La signora dei funerali” o “Una ragazza da sposare”. Ma lo stile è comunque scorrevole, la trama intrigante, e due ore di piacevole relax sono certamente garantite.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A che gioco giochiamo?
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