A lettere di fuoco
- Autore: Patrizia Carrano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
“Benché fosse soltanto a sei kilometri dal paese, Livia era riuscita a costruire attorno ai suoi domini un muro invisibile e invalicabile, un vallo di dinieghi, di fughe, di indisponibilità, di silenzi che l’avevano separata dal proprio mondo. Voleva dimenticare la sua vita precedente, ed essere dimenticata. Fuggiva anche dal suo corpo, dal suo viso, dalla storia che la vita si incarica di scrivere sulle nostre carni: non si guardava più allo specchio e il giorno in cui il suo sguardo aveva per caso incontrato l’immagine di una donna forte, alta, quasi ossuta, riflessa nel vetro della credenza di cucina, aveva stentato a riconoscersi.“
Livia ha lasciato la città quattro giorni dopo i funerali di Lorenzo, il suo compagno, e vive da alcuni anni in un casolare nella campagna umbra. E’ dovuta scappare dal suo appartamento, dagli amici, dai troppi ricordi: sentiva ancora il respiro di Lorenzo accanto a sé e ora cerca disperatamente un nuovo mondo, una nuova vita che possa accoglierla ormai sola e senza forze e dove la memoria possa essere meno lacerante. Trascorre il tempo osservando la natura intorno, i suoi profumi e i suoi colori e realizzando piccoli erbari. Ha adibito una stanza alla sola realizzazione di questo lavoro, che la tiene impegnata lungo la giornata e le ha permesso di abitare in un luogo mentale dove non è raggiunta da nessuna sensazione, dove non riesce a intravedere nessun futuro e dove non si sente inghiottita dal baratro del passato.
Alla maniera dei fiori disseccati era diventata una creatura ordinata e composta, senza linfa e senza tempo.
Di Lorenzo non le è rimasto nulla: non il corpo, ricomposto, tumulato nella tomba di famiglia a Torino; non il diario dei loro incontri che di solito scriveva, nell’incidente ferroviario non è stato ritrovato; non gli oggetti più cari che spettano di diritto ai figli e alla moglie. Una morte così subitanea e violenta da rendere Livia consapevole che un’altra ferita inguaribile si sovrappone alle tante altre che la vita le ha già inflitto. Non avrebbe mai immaginato di doversi nascondere al funerale del suo uomo; eppure è stato così, ha dovuto provare vergogna, nonostante avesse sempre avuto la certezza di essere stata per Lorenzo l’amore della maturità.
Il sentimento che ridisegna un’idea di sé stessi e del mondo, un empito per il quale vale la pena di sradicare assetti precostituiti. Ma da quando Lorenzo era morto, lasciando dietro di sé un deserto fumigante di rovine, non aveva più avuto il coraggio di rivendicare per il loro legame, per il loro sentimento, una qualche dignità.
Una notte, un fulmine entra dalla finestra e innesca un principio di incendio nella stanza dove sono custoditi tutti i suoi ricordi. Livia aiutandosi con delle coperte ferma il fuoco ma rimane con delle piccole ustioni sulle mani: i suoi ricordi, fino a quella notte sepolti in quel cofanetto, sono illesi. Per colpa di un temporale estivo è obbligata quindi a ricordare e a confrontarsi con la vita trascorsa. Rilegge le lettere di Lorenzo, il ricordo del loro primo incontro riemerge, come il fatto che non l’avesse colpita la bellezza di Lorenzo ma bensì la sua severità, che gli permetteva di essere un integerrimo magistrato. La loro passione non voluta ma semplicemente accaduta, le notti d’amore quando lui la raggiungeva, la gelosia per una separazione dalla moglie mai definitiva. Livia comprende quanto poche siano le certezze sul futuro e quanto prezioso sia l’unico tempo che si possiede, quello che è stato già vissuto.
Il libro A lettere di fuoco descrive con una scrittura intimista l’elaborazione dolorosa di un amore perduto che segna profondamente non sola la vita della protagonista ma anche il suo corpo e il suo viso. Tutto il dolore è celato affinché non possa far più male perché brucia ancora le carni. Sembrerebbe non esserci soluzione ma Livia si renderà conto, con il tempo che passa, che nel rielaborarlo troverà le giuste risposte alla sua vita.
Patrizia Carrano, scrittrice, giornalista, sceneggiatrice televisiva e critico cinematografico, vive e lavora a Roma. Per quindici anni è stata la compagna nella vita dell’indimenticabile Nanni Loy. Tra le sue opere più famose Malafemmina: La donna del cinema italiano, Le signorine grandi firme, La Magnani e L’Età crudele.
A LETTERE DI FUOCO 1999
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