Bambole e schiavi
- Autore: Renzo Paris
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2018
Chi immaginava un libro bello, appassionato, pericoloso da Renzo Paris, il romanziere di “Cani sciolti”, che stava andando in tutt’altra direzione con le poesie de “Il mattino di domani” (ne abbiamo già scritto)?
Un miscuglio modernissimo “Bambole e schiavi”, ma che a mio avviso ricorda anche classici importanti come “Umiliati e offesi” di Dostoevskij e “Lolita” di Vladimir Nabokov.
La storia parla di Francesco, un uomo con settanta candeline e un bilancio non idilliaco alle spalle. Si sente svuotato, perso nell’Europa delle grandi migrazioni e della violenza spicciola.
In realtà è un intellettuale raffinato, che non scrive romanzi a catena di montaggio per farsi un “nome”. Accetta l’odiosa etichetta dello scrittore di nicchia per gente alto borghese, proprio le persone che Francesco detesta.
In una visita di una settimana a Vienna, trova nel suo percorso una bellissima ragazza rumena di nome Dana, dalle forme perfette, un culetto che fa girare qualsiasi uomo. Le fattezze di una “bambola” appunto. Francesco prova un forte desiderio, ma le parole di Dana fanno di questo impulso sessuale un sogno proibito (sono riportati interi stralci del maestro dell’erotismo giapponese, Yasunari Kawabata). Neanche a dire che la voce narrante non sia un donnaiolo: tre matrimoni alle spalle, tante relazioni, fino all’ultima con Elsina, che nel carattere ha qualcosa della scrittrice Elsa Morante - ma questo è già un pensiero del lettore, perché per Renzo Paris vale l’assioma Je est un autre.
Dana parla del suo piccolo paese, Ruscova, delle sue amiche, Ana e Marlena. Non voglio togliervi il gusto di questa amicizia perché queste giovani donne hanno visto l’Inferno ma si ritrovano al paesello, cambiate. Solo l’amore e l’amicizia contano nella vita per l’ormai cinica Dana che ha viaggiato per mezza Europa, per fermarsi poi a Roma come badante migrante.
Renzo Paris cambia il corsivo nel libro. Quindi dai caratteri si capisce quando scrive Francesco e quando parla Dana.
Quando finisci “Bambole e schiavi” ti chiedi se le parole di un romanzo possono fare chiarezza sulla nuova violenza del Califfato, sulla tracotanza delle grandi metropoli impazzite, sui migranti e sulla necessità del loro lavoro in Europa.
Da ironico e disilluso, Renzo Paris penserà nei prossimi mesi al premio Strega?
Bambole e schiavi
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