Breviario dei vinti II
- Autore: Emil Cioran
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2016
“Appartengo a un mondo senza argomenti. È forse per questo che, di volta in volta, ho litigato per poi riconciliarmi con esso. La sua mancanza di fondamento mi ha assuefatto a un’alternativa inesorabile tra partecipazione e disgusto”.
Capelli disordinati, sopracciglia arruffate, occhi malinconici, seduto alla scrivania immerso tra le sue carte e pile di libri, o in piedi vicino alla piccola finestra della mansarda che dava in Rue de l’Odéon nel Quartiere Latino: mi piace ricordarlo così Emil Cioran, uno dei più lucidi e fervidi pensatori del Novecento, e ingiustificabilmente il più ignorato.
Autore eretico, irrispettoso, mistico senza fede e antiprogressista, a ventuno anni dalla morte è uscito nelle librerie pubblicato da Voland “Breviario dei vinti II”, inediti tradotti dal rumeno e curati per l’edizione italiana dalla brava Cristina Fantechi. Scritti tra il 1940 e il 1944 tra Bucarest e brevi soggiorni a Parigi da un Cioran poco più che trentenne che avrebbe scelto, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, di rimanere per sempre in Francia. Apolide, anarchico e contro ogni convenzione, scrisse di sé:
“Non sono un rifugiato, sono un espatriato. È una scelta che ho fatto, e me ne compiaccio ogni giorno”.
La prima parte del “Breviario dei vinti II”, visionata dall’autore e pubblicata a Bucarest, venne poi tradotta e data alle stampe in Francia nel 1993; la seconda parte è stata invece donata dalla moglie Simone Boué. Il manoscritto comprende cento pagine, tutte dello stesso formato, carta velina numerata da 70 a 140, che riportano numerose cancellature e correzioni di sua mano. La raccolta dei frammenti inediti del “Breviario” custodisce le riflessioni dello scrittore, le sue argomentazioni su Dio, sul destino della Romania, sull’umanità vittima della perdita dell’Eden e sulla certezza della solitudine dell’uomo.
“Quell’uomo che ha colpito tutto ciò cui teneva, profanato i suoi idoli, soffocato le sue adorazioni, ha finito per restare vittima del suo stesso assassinio. Voleva spargere sangue: l’unico a scorrere è stato il suo… carnefice dei suoi istanti, non ha raggiunto nessuno. Lo si credeva malvagio e spietato mentre lui, roso dal bisogno d’intenerirsi, si impietosiva di sé e piangeva in silenzio l’ampiezza della sua sfortuna”.
Amico di Beckett, Eliade e Ionesco, lettore insaziabile delle opere leopardiane, riservato e lontano dalle mondanità dei salotti parigini, Emil Cioran è stato un lucido pensatore, nichilista, pessimista cosmico, dissacratore di valori e ideali, un filosofo contro la stessa filosofia. La sua scrittura colpisce il lettore, ne graffia l’anima. Cioran è impietoso nelle sue invettive contro convenzionalismi e moralismi, il suo antisistema abbatte la storia e le sue verità, la cultura e le certezze dell’uomo, elogiandone il fallimento e la caduta nel tempo. “Breviario dei vinti II” racchiude il passato giovanile di Cioran, di ombre e di luci: il suo tormento esistenziale, la sua fuga e l’inizio di una nuova vita in una nuova patria, sulle tragiche rovine ideologiche dell’Europa alla fine del conflitto mondiale.
“Ho cercato nello spazio un andante consolatorio, il ritmo lento ed etereo dell’illusione, nutrita dalla sua propria irrealtà, un procedere dolce dei passi eccelsi della natura. Ho amato più le nuvole che il cielo. Mentre le guardavo disfarsi nell’azzurro, seguivo, sorretto da alti simboli, il mio passaggio nel mondo. E, comprendevo, affamato di periferie trascendenti, di non essere nella vita ma nel suo alito”.
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