Cercando Alaska
- Autore: John Green
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2005
Ammetto candidamente che non conoscevo John Green, né avevo mai letto qualcosa di suo! Ho iniziato "Cercando Alaska" attratta dalla copertina e perché dalla bandella sembrava esserci, in epilogo, un mistero da svelare, una soluzione da scoprire!
Lo scenario è un comune college dell’Alabama, in cui si intrecciano le vite e i destini di vari studenti, su cui spicca l’ossuto e, prima di qui, solitario, Miles, che, per la sua conformazione fisica verrà inversamente denominato "Ciccio".
Alla domanda dei genitori, del perché volesse andare a studiare lontano da casa, egli risponde con una stupenda frase di Rabelais:
“Vado a cercare un Grande Forse. Ecco perché voglio andare via. Così non dovrò aspettare di essere in punto di morte per mettermi in cerca di un Grande Forse.”
Caratteristica del giovane Miles é leggere e imparare a memoria tutte le ultime parole in punto di morte. Arrivato al college, contrariamente al passato, non tarda ad ambientarsi, creando un gruppo di amici: il suo intelligente compagno di stanza, Chip "il Colonnello", la bellissima ma singolare Alaska, il mite ma affidabile Takumi e la bella romena Lara.
La trama scandirà, senza voler svelare nulla, un prima e un dopo.
Quello che colpisce del libro però é l’abilità dello scrittore di inserire una serie di frasi, sulla vita, sul destino, che non possono non essere "sottolineate", ricordate, memorizzate!
«"Il buio rapido scende, e l’oggi è già il tuo ieri"» (“Edna St. Vincent Millay”)
«"Non sono un vigliacco, anzi: sono così forte. Non è facile morire.”» (Meriwether Lewis)
«"Ama l’imperfetto tuo prossimo / con l’imperfetto tuo cuore"» (Auden)
Ma quello che diventa la chiave di lettura di tutto il romanzo sarà la frase citata da Alaska stessa, in cerca di una risposta "pacificatrice", ripresa dal libro di Gabriel Garcia Marquez, "Il Generale nel suo labirinto":
«"Fu colpito", cioè Bolivar, "dalla sconvolgente rivelazione che la folle rincorsa fra i suoi sogni e le avversità in quel momento stava toccando il traguardo.
Il resto era buio. ’Maledizione sospirò, ’come farò a uscire da questo labirinto?’"».
Ecco, dunque, che le due citazioni di Miles e Alaska diventano il perno della loro amicizia, ma anche della crescita emotiva di ognuno di noi: la speranza è lo spartiacque tra ciò che ci fa più paura e il futuro sconosciuto che ci appare davanti; solo chi, della paura, saprà fare un’arma e uno strumento, riuscirà a costruirsi una corazza per poter affrontare il proprio percorso verso i propri traguardi!
“Immaginare il futuro sa di rimpianto” (Alaska).
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