Confessioni di un codardo di Charles Bukowski

Quelle che Charles Bukowski racconta in Confessioni di un codardo (TEA, 2018, traduzione di M.Bocchiola) sono dodici racconti, dodici storie comuni, che parlano di vita reale.

Per questo motivo, immedesimarsi nelle parole scritte in queste (purtroppo) poche pagine è davvero fin troppo facile.
Vediamo una coppia che ristagna nella stanza di un motel, una lite in uno dei tanti bassifondi americani, una giornata alle corse. Dei cavalli, ovviamente.

Le scene di vita quotidiana scorreranno dinanzi al vostro sguardo con una potenza evocativa senza pari, rimescolandovi il cuore e l’anima e presentandovi, a fine lettura, un conto a dir poco salato. Conto che, però, pagheremo volentieri.

Charles Bukowski scrive di esperienze e sogni infranti, sogni di gloria sotto il sole di Los Angeles che svaniranno come palloncini, volando lontano verso il cielo. Sono tutte storie di persone comuni, persone come noi, eppure a loro modo eccezionali, che sono stati in grado di affrontare e quotidianamente affrontano la vita a muso duro, senza mai voltarsi. Né indietreggiare.

Confessioni di un codardo è un libro carico di dramma e cultura, di parole taglienti come rasoi, che lasceranno ferite indelebili sul corpo e nell’anima di ogni lettore. È un libro per chi ama Bukowski e, allo stesso tempo, un libro che sarà amato anche da chi non ha mai voluto leggere nulla di questo grande artista. E che ora si dovrà ricredere.