Confessioni di una maschera
- Autore: Yukio Mishima
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
Ripubblicato quest’anno dalla Feltrinelli ”Confessioni di una maschera” è uno dei romanzi più famosi di Yukio Mishima, uno dei grandi fra gli scrittori del Novecento, morto suicida nel 1970 a soli quarantacinque anni.
"Confessioni di una maschera" è un libro che narra, in maniera delicata e leggera, la scoperta della propria sessualità e gli intimi conflitti del protagonista. Kochan, un giovane ragazzo giapponese, si racconta parlando in prima persona. Il ragazzo ripercorre la sua storia, una lunga confessione a sé stesso, dai ricordi della sua infanzia fino all’età adulta, ponendo in evidenza quanto fosse stata, forse, inevitabile quella sua predisposizione fin dai primi anni. Kochan, infatti, già da piccolo avvertiva emozionalmente alcuni segni di diversità e li tratteggia nei suoi racconti. Ricorda di quando un giorno, dopo essersi mascherato e truccato con cura incipriandosi il viso, irruppe saltando nel salottino di casa, al cospetto della nonna, della mamma e degli altri ospiti. Gli occhi della madre si abbassarono all’istante. O di quando studente alle medie sentiva una forte attrazione fisica per Omi, un compagno di scuola atletico ed agile del tutto differente da lui che era visibilmente gracile.
“La mia cieca adorazione per Omi era immune da qualsiasi elemento di critica cosciente, e meno che mai possedevo qualcosa che si avvicinasse a un criterio morale che lo riguardava di persona. Ogni qualvolta cercavo di costringere la massa amorfa della mia adorazione dentro i confini dell’analisi, scoprivo che si era già dileguata. Posto che possa esistere un tipo di amore che non abbia né durata né sviluppi, questa era precisamente l’emozione che io sperimentavo. Poteva essere amore, questo? Era un’abiezione più brutta di quella che può esserci in qualsiasi amore di tipo normale. Ciò nonostante, nel mio amore non corrisposto per Omi mi stava tentando, non già il desiderio del possesso, ma la semplice tentazione nuda e cruda.“
L’impossibilità di vivere le sue reali emozioni lo costringerà, quindi, a crearsi una maschera, a scegliere di vivere come una maschera, fingendo di essere come tutti gli altri. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, studente alla Facoltà di giurisprudenza, sentiva l’urgenza di cominciare a vivere; era tempo di tentare, di provare attrazione per una donna e per quanto potesse essere una mascherata pura e semplice, era giunto il momento in cui bisognava mettersi in cammino. Il destino gli va incontro e conoscerà la bella Sonoko. Le incursioni nemiche erano divenute più frequenti, il conflitto mostrava tutti i suoi orrori e la possibilità di morire sotto un bombardamento era realmente una probabilità non più remota. Nonostante la guerra lo avesse reso stranamente sentimentale poiché la vita poteva interrompersi di colpo, la sua fase di normalità risultò essere un ulteriore fallimento. I sentimenti contrastanti che provava per la giovane Sonoko avevano creato solo una maggiore confusione nel suo animo. Era certo di essere totalmente indifferente verso il sesso femminile, ma era ancora più cosciente della sua disperata diversità.
“La mia vita è un palcoscenico, dicono tutti. Ma non sembra che la gran maggioranza sia ossessionata da quest’idea, o perlomeno non sembra che lo sia in una fase precoce come successe a me. Addirittura alla fine dell’infanzia ero fermamente convinto che quella massima corrispondesse alla verità, e che io avrei dovuto recitare la mia parte sul palcoscenico senza mai tradire, neppure una volta, il mio autentico io. Poiché a quel convincimento andavano unite un’estrema inesperienza e ingenuità, restavo virtualmente sicuro che tutti gli uomini s’imbarcassero nella vita in questa esatta maniera. Credevo con spirito ottimistico che una volta terminato lo spettacolo, sarebbe calato il sipario e che il pubblico non avrebbe mai visto l’attore senza il trucco. Con l’andare del tempo, questo ottimismo, o per dir meglio questo sogno a occhi aperti, era destinato a subire un disinganno crudele.“
Un breve capolavoro dell’angoscia e dell’atonia – così definì il libro Marguerite Yourcenar, che aveva molta ammirazione per questo grande scrittore giapponese. Pubblicato nel 1949 in Giappone, rendendogli notorietà mondiale, il romanzo di Mishima è considerato autobiografico per la corrispondenza delle vicende del protagonista con la vita dello scrittore. Ciò che rende singolare questo libro è che nonostante sia stato scritto molti decenni fa è ancora un’opera sorprendentemente attuale. Mishima affronta con uno stile poetico, colto e raffinato, la tematica dell’omosessualità. Con parole di assoluta bellezza narra dell’amore e del desiderio, del corpo e dell’anima, indicando quanto sia profondamente doloroso lottare con se stessi alla ricerca di una propria identità.
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