Dimora naturale
- Autore: Andrea Bajani
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2020
Andrea Bajani (Roma, 1975) torna al verso con una seconda pubblicazione poetica dal titolo Dimora naturale, piccolo volumetto edito da Einaudi nel 2020.
Attraverso un vicendevole scambio di prospettive, la riflessione del poeta ruota attorno a tre poli tematici: gli animali, gli uomini e il rapporto che necessariamente sussiste con la propria «dimora naturale», che sembra poi essere una soltanto.
Dalle mosche dipinte negli orinatoi al cervello non localizzato dei polpi, dal disorientamento di un gabbiano che non distingue il mare da un terrazzo ai lupi, anime erranti senza fissa dimora. In questo modo vengono rappresentati gli animali nella loro singolarità e l’uomo, animale anch’esso, è così simile alle altre razze da immaginare la sua casa divenire foresta, da cambiare prospettiva, divenendo uccello, accorgendosi dell’inutilità dell’ammasso di palazzine che da decenni ha assunto come abitazione:
Per ciò stesso è una forma di sollievo / quando gli operai spaccano la strada, / quando un cantiere di colpo spalanca / un accesso verso il centro della terra. […] Tolto / il tappo di cemento, ristabilito il patto / originale, la terra riprende a respirare.
Un inno alla natura, dunque, ciò che emerge dai versi di Bajani, che riflette un mondo in declino orientato nel verso sbagliato, cadente e distruttivo nei confronti di una natura ben più forte, ma succube di mani inesperte; una natura mossa da leggi supreme, habitat indiscusso ma incompreso di ogni essere vivente, a sua volta somigliante:
Ecco, non siamo poi così diversi / delle seppie che colorano i fondali / e traducono in cromatica l’attacco e la difesa. Non abbiamo i loro / gialli, forse, la nostra tavolozza / è meno estesa. Ma guàrdati / allo specchio, l’amore ti fa rossa, / bianco è il tuo colore della resa.
La raccolta si chiude con un ultimo componimento, isolato dal resto, il cui titolo, «∞», esprime forza e significato della protagonista: la poesia, «lo strazio vocale di ogni io», il verso dell’uomo, la sola in grado di esprimere un punto di vista che si perderebbe altrimenti nel nulla cosmico.
È successo ancora, anche questa volta / è transitata non distante dalla terra, / visibile a occhio nudo, senza cannocchiale. / Accade ogni imprevedibile numero di anni, / la poesia ha traiettorie solo a posteriori, / è un asteroide disperso, non monitorato. / Non esplode, non fa danni, lascia polvere / di versi sui balconi e torna nel buio siderale.
Dimora naturale
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