Era una gioia appiccare il fuoco. I racconti di Fahrenheit 451
- Autore: Ray Bradbury
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2011
Un titolo esplicito, una copertina ancor più descrittiva del titolo stesso: sin dalla prima impressione, questo piccolo volume chiarisce al potenziale lettore il proprio essere non semplicemente l’ennesima, per quanto pregiata, raccolta di racconti di Ray Bradbury, ma piuttosto una vera e propria “genesi del romanzo”, dall’effetto identico a quello che può dare l’osservare vari bozzetti preparatori prima di accingersi ad ammirare un capolavoro della pittura. Infatti, questi racconti, la maggior parte dei quali, quantomeno in questa stesura, è inedita in Italia, altro non sono che le varie “prove” che hanno infine generato il capolavoro di Ray Bradbury, “Fahrenheit 451”, uno dei capisaldi del genere distopico.
Se il mondo di Guy Montag vi ha affascinati e catturati, se (come nel mio caso) considerate “Fahrenheit 451” non un romanzo, ma “il” romanzo, la lettura di queste brevi storie vi permetterà di approfondire ulteriormente le idee, le emozioni e le riflessioni che il libro vi ha suggerito. Se, invece, non lo avete ancora letto, questi racconti potranno essere una prima, significativa introduzione alla sua lettura, un “biglietto da visita” del mondo affascinante, terribile, visionario, incredibilmente reale, dietro al quale Ray Bradbury cela l’attualità dei nostri giorni.
L’uomo manipolato, l’uomo soffocato da un regime che gli fa credere di proteggerlo “per il suo bene”, l’uomo che “serve” a uno scopo, come un qualsiasi attrezzo o utensile e per questo viene privato del libero arbitrio. L’uomo che si crogiola nella facilità dell’assenza di responsabilità e l’uomo che invece si ribella, senza una possibilità al mondo di farcela, contro il regime ma anche contro i suoi stessi simili, che vedono minacciata la tranquillità della loro vita di plastica. La prosa di Bradbury è questo, è un invito alla ribellione, anche quando l’epilogo è il rientro forzato nei ranghi: nessun sacrificio, nessuna lotta è inutile se ci ricorda che cosa vuol dire essere ancora vivi.
I due racconti di maggiore importanza sono, ovviamente, quelli che rappresentano due veri e propri “riassunti”, due “stesure preliminari” di “Fahrenheit 451”: “Molto dopo mezzanotte” (da non confondere con l’omonimo racconto uscito nel 1963) e “Il pompiere”. Nel leggerli l’uno dopo l’altro si ha l’impressione che le differenze fra le due stesure siano estremamente limitate; principalmente, comunque, si nota che il Montag dei racconti è molto più deciso e disincantato di quello del romanzo. Questo è forse l’effetto della brevità che costringe lo scrittore a “stringare” anche lo stile.
Molti dei racconti sono vere e proprie gemme, a iniziare dai primi, “Il reincarnato” e “Torre di fuoco”, storie di zombie mossi dall’amore (nel primo caso) o dall’odio (nel secondo, nel quale si ipotizza un ulteriore strumento di controllo delle masse: la negazione del culto dei morti). La genesi del romanzo si fa più evidente ne “La biblioteca” e “La splendida fenice”; bellissime deviazioni sono invece “I maghi folli di Marte” e “Maschere pazze”. Chiudono la raccolta tre “ultimi racconti”, tre storie scritte in tre momenti diversi (2007, 2004, 1950), ma concatenate in un modo che tocca al lettore scoprire. Non si può sfuggire al proprio destino, sembra dirci l’autore, ma vale sempre la pena di provarci, piuttosto che morire ripiegati su sé stessi. Lo sguardo sul futuro, una volta di più, ci serve da monito per osservare il presente con occhio vigile e critico.
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