Il contagio
- Autore: Walter Siti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2008
Un libro forte, dal contenuto crudo, con dettagli spesso molto hard che potrebbero disturbare un lettore non preparato. Ma l’analisi che l’autore fa delle cosiddette borgate romane, o periferie, e delle modalità di vita e dei sistemi valoriali dei loro abitanti è qualcosa di veramente difficile da credere e da elaborare, ma da cui non ci si può sottarre, se si vuole capire qualcosa della società attuale, dei meccanismi che spingono i giovani a votare la destra più estrema e a gettarsi nelle curve dello stadio con la violenza a cui purtroppo ci siamo ormai quasi tutti assuefatti. E’ di rigore citare Pasolini, che nelle borgate romane degli anni ’50 e ’60 aveva ambientato romanzi e film di culto: ma mentre la rigorosa analisi pasoliniana accusava i giovani proletari romani di imborghesirsi, oggi Siti nella sua altrettanto accurata lettura denuncia proprio il contrario: è la borghesia che si sta imborgatando, per usare un neologismo necessario all’affermazione di questa tesi.
Ecco allora che la casa di via Vermeer, dove è ambientata la storia dei vari personaggi che l’autore ci descrive, seguendoli in una topografia romana che ci porta in tutti i quartieri della capitale, diventa un microcosmo da cui si originano le diverse e complicate vicende di corna, di disagio mentale, di devianza sessuale,alcol, droga, sostanze anabolizzanti, farmaci per accrescere la potenza sessuale, palestre, dentro cui si svolgono le diverse imprese delle maschere protagoniste del racconto. Dico maschere, perchè tali appaiono al lettore Marcello, Mauro, Gianfranco, il Trottola, Obelix. Sono maschi che accettano ogni compromesso pur di uscire dalla condizione di minorità economica e sociale a cui la borgata li condanna: spaccio, prostituzione, furto, truffa...tutto va bene pur di vivere alla grande, di avere una macchina potente, i soldi per sniffare, vacanze da pubblicità patinate, abiti firmati.
L’amore sembra bandito, tutto è sesso, per lo più trasgressivo, pur di raggiungere quegli obiettivi che un mondo altro, quello del centro città, dei quartieri borghesi, sembra aver assimilato e che per i nostri eroi negativi resta pur sempre un miraggio. Non c’è lieto fine in questo romanzo-verità, c’è un’analisi lucida della nostra società malata di un consumismo mordi e fuggi, senza prospettive, senza speranza di riscatto.
Gli intellettuali, il professore che fa da raccordo al racconto, sembrano in questa tragica visione di Siti, i più colpevoli, i più patetici e i più soli.
Il contagio. Nuova ediz.
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