Il tempo in posa
- Autore: Gesualdo Bufalino
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Casa editrice: Sellerio
Non a tutti forse è noto che Gesualdo Bufalino sia stato lettore puntuale e narratore forbito di fotografie tra fine Ottocento e primo trentennio del Novecento. L’arte del fotografare, che aveva entusiasmato Capuana, Verga e De Roberto, era stata un diletto anche per alcuni personaggi di famiglie aristocratiche o dell’alta borghesia, residenti nel lembo più marginale del sud-est dell’Isola. A Comiso, a Ragusa e a Chiaramonte Gulfi si era infatti sviluppata l’attività foto amatoriale di Gioacchino Iacono e di Francesco Meli, di Carmelo Arezzo di Trifiletti, di Corrado Melfi. Certamente furono dilettanti questi fotografi di provincia, ma presi dal gusto del ritratto di famiglia, nonché di ambienti interni ed esterni.
Il noto scrittore comisano ne parla nel pregevole volume “Il tempo in posa” (Sellerio, Palermo, 2000), la cui immagine di copertina evidenzia anche il valore attribuito alla conoscenza: mostra una bambina con occhietti vivaci che sembra guardare lontano mentre poggia il braccio sinistro su un mobiletto dov’è collocato il mappamondo. L’introduzione è curata da Diego Mormorio che, oltre a fornire dati tecnici estremamente interessanti, insiste sulla capacità testimoniale della fotografia: ricreazione, gusto erotico, scampagnate, moda del vestire, sguardi severi e per lo più senza l’accenno d’un sorriso, volti tra il visionario e la pensosità, miseria contadina contrapposta allo sfarzo signorile, figure e scene della vita dei campi di verghiana e guastelliana memoria sono i tratti emergenti dalle centotrentasette fotografie collocate in un ordito di affetti, oltre che di casta. Ogni autore faceva le sue scelte e le scene rappresentate sicuramente offrono una visione antropologica dell’epoca. Nell’Antefatto, datato 1992, Gesualdo Bufalino scrive:
“Quindici anni fa, un giorno di luglio, il mio amico Gioacchino Iacono mi propose una gita nelle sue terre, a qualche chilometro dal paese, là dove sorgeva, tuttora intatta nelle sue strutture visibili, una di quelle dimore ottocentesche ch’erano un tempo in Sicilia capitali, santuari e presidii della civiltà contadina”.
Ecco la scoperta: più di quattrocento lastre di collodio gli si presentavano come “un tesoretto di faraoni”, risuscitavano il tempo trascorso come era avvenuto per il ritorno in vita di Lazzaro: si sbendavano, aprivano occhi e bocche alla luce, ritrovavano il loro nuovo autore dopo essere state depositate in una scatola rinchiusa in un vecchio baule nascosto in soffitta.
La passione investigativa del nostro scrittore, che non si accontenta delle apparenze, è sorprendente. Appassiona il suo resoconto sull’indagine svolta per decifrare il titolo d’un libro tenuto in mano da un uomo di mezza età: “in posa”, esclama Bufalino con fine ironia,“e tuttavia negligente abbastanza per dimenticare di abbottonarsi fino in fondo la patta dei pantaloni”. Nientemeno, a ulteriore testimonianza della circolazione della cultura europea in Sicilia, quel libro era “Quando noi morti ci destiamo …” di Ibsen.
Nel capitolo successivo, datato 1978, egli, avvalendosi di documentazioni letterarie e storiche, fornisce un’ammaliante chiave di lettura del suo paese e si sofferma su Iacono e Meli. Segue il capitoletto “Il clic impuro”, datato 1986 e desunto dal volume “Cere Perse”, dove parla del ragusano Carmelo Arezzo; due dense paginette di note biografiche concludono la parte scritta. Dopo, sarà lo sguardo del lettore a farsi nello stesso tempo ladro e detective nella decifrazione delle suggestive immagini.
Il tempo in posa. Ediz. illustrata
Amazon.it: 11,05 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il tempo in posa
Lascia il tuo commento