In giustizia
- Autore: Giancarlo De Cataldo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2011
“In giustizia” di Giancarlo De Cataldo è un libro che raccoglie una serie di casi trattati dall’autore nella sua precedente carriera di magistrato. A questi casi si aggiungono importanti riflessioni in cui racconta il suo modo di vedere la giustizia e di
“sognare un mondo migliore (…). Un’aspirazione nel cui nome, nel corso dei secoli, donne e uomini colpevoli di sognare un mondo migliore hanno conosciuto l’ostracismo, la repressione, la tortura, il martirio”.
Giancarlo De Cataldo, tarantino di nascita, lavora alla Corte d’Assise di Roma dal 1973 e ha scritto diversi romanzi e sceneggiature. Tra i suoi libri si ricordano: “Il padre e lo straniero”, “Int’allu Salento”, “Io sono il Libanese”, “Nelle mani giuste”, “Suburra”, scritto con Carlo Bonini, e, ovviamente, il più famoso di tutti, “Romanzo criminale”. Ci sono poi i libri “Cocaina” (scritto con Massimo Carlotto e Gianrico Carofiglio) e “Giudici” (scritto con Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli).
Pubblicato nel 2011 “In giustizia” entra nel vivo di una fervente discussione sulla responsabilità e sull’autonomia del giudice. Molti possono ancora ricordare quanti fiumi di parole siano stati spesi proprio sull’autonomia dei giudici dalla politica e sulla responsabilità dei giudici. L’autore entra nel merito della questione e lo fa ricordando che i giudici, secondo lo statuto dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, hanno il divieto di iscrizione a partiti e movimenti politici ma sono pur sempre immersi nella società in cui vivono e hanno, quindi, delle opinioni personali. Ricorda anche come i modelli di reclutamento dei giudici stranieri non siano sempre fondati su regole corrette, come succede, per esempio, in America dove i giudici sono eletti e ciò provoca anche delle storture come ha evidenziato nel romanzo “L’ultima sentenza” il famoso scrittore John Grisham.
La giustizia è un concetto ideale, che non ha una precisa definizione ma è una tensione verso qualcosa di indefinibile, non è una cosa che può essere data per scontata ma che bisogna sempre conquistare e che, da concetto astratto, diventa pratica concreta, da esercitare nelle aule di un tribunale. Il concetto di giustizia è mutato nel corso della storia:
“Il codice di Hammurabi legittimava il padrone a uccidere il proprio schiavo e l’altrui: in questo caso, l’omicida se la cavava con una modesta multa. Le leggi razziali di Mussolini, inique e ingiuste, erano leggi, pertanto legali. Oggi la schiavitù è un crimine represso dalle convenzioni internazionali. E la nostra Costituzione vieta il razzismo. Ciò che all’antico re babilonese e al dittatore di Predappio appariva giusto e legale oggi è universalmente ritenuto ingiusto e illegale”.
L’aspirazione alla giustizia dell’epoca moderna e del mondo Occidentale fa il pari con i diritti del mondo contemporaneo: diritto al lavoro, alla salute, ad avere un ambiente non inquinato e rispettoso delle diversità individuali. Giancarlo De Cataldo chiarisce il suo punto di vista con una scrittura molto scorrevole, adatta a un pubblico vasto.
In giustizia
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