L’indifferente di Marcel Proust

Una novella leggera e di facile assorbimento, quella che Proust regala ai lettori. Un racconto che presenta un Proust acerbo nella descrizione e nell’introduzione dei suoi personaggi, ma che evidenzia e lascia intravedere la sua profondità. Lepré è un giovane turbato e definito di poca rilevanza da tutti, eppure, forse proprio per questa sua "indifferenza", attira la curiosità della donna più viziata di Parigi (a detta della signora Lawrence). L’attenzione di Madeleine si fa viva a più riprese, nonostante la sfuggente ed incomprensibile sfuggenza di colui che le ha rubato il cuore. Nel suo cammino di comprensione e ricerca del perché Lepré sia così irraggiungibile, Madeleine appurerà dei risvolti tristi, da alcuni personaggi incontrati, e che però non placheranno il suo amore, anzi, creeranno ancor più devozione verso il suo animo tormentato.

La bellezza di questa novella è data oltretutto dall’introduzione al testo, che ne affronta la tematica dal punto di vista filosofico. Inizialmente, questo racconto apparve su "Les plaisirs et le jours", e pare che lo stesso Proust ne avesse dimenticato l’esistenza; ma, come spiega Philip Kolb al termine del racconto, pare che la figura di Lepré sia servita a Proust, per curare la stesura de "La reserche". L’approfondimento proposto da Kolb e la sua effettiva "ricostruzione", frutto di un complesso lavoro filologico alla base,
rivela come ogni scritto nell’officina di un autore, sia importante. Lo stesso Proust accennerà ad un amico, di essersi avvalso di questo racconto, in una delle tante lettere analizzate da Kolb. Novella, che sembra frutto di un’esperienza personale dell’autore, con la principessa di Wagram.

Un giovane e profondo Proust, che lascia trasparire il suo stile e la sua poetica in queste pagine, attraverso questa esile trama. Riuscirà Madeleine di Gouvres, con la sua dolcezza e la sua grazia, a far breccia nel cuore dell’indifferente Lepré? Come si comporta il giovane, a fronte di tante dimostrazioni amorose? Lascio a voi scoprirlo, in questa piacevole lettura proustiana.