La Signora delle Fiandre
- Autore: Giulia Alberico
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2021
Anni di lavoro certosino, di ricerche approfondite, di studio della storia europea in quegli anni terribili che coinvolsero nelle cosiddette guerre di religione interi popoli che facevano parte dell’impero sterminato di Carlo V d’Asburgo, hanno consentito a Giulia Alberico di portare a compimento lo splendido ritratto di Margherita d’Austria, una donna straordinaria poco nota malgrado gli illustri natali, che noi romani conosciamo solo perché a suo nome sono intitolate due residenze oggi sedi di rappresentanza istituzionale (Palazzo Madama e Villa Madama).
Link affiliato
La Signora delle Fiandre (Piemme, 2021) è un romanzo storico, ma è anche molto di più. Le origini abruzzesi dell’autrice ci portano a Ortona a Mare, nell’ottobre del 1585. La protagonista che con accuratezza e grande sensibilità Giulia Alberico ci racconta sta vivendo nel suo feudo abruzzese gli ultimi mesi della sua complessa esistenza con la fedele Greta, che l’ha seguita come un’ombra da quando era bambina, per unica compagnia. Margherita era nata da una relazione del padre imperatore con Jeanne, una donna fiamminga, ma era stata amata, legittimata e dunque insignita degli onori che si debbono a una principessa. Sposata giovanissima, appena quindicenne a un rampollo della potente famiglia dei Medici, era giunta a Firenze, aveva vissuto appena sei mesi da sposa, il tempo di ereditare il patrimonio romano il Palazzo di città. la villa suburbana, progetto architettonico da Raffaello. A Roma in quegli anni sedeva sul trono papale Paolo III, un Farnese: per compiacere il papa Carlo V decide per l’amata figlia, ma pur sempre una pedina nel gioco delle alleanze dinastiche e politiche, il matrimonio con il duca Ottavio Farnese. Margherita tenta di resistere, scongiura il padre di non obbligarla a nuove nozze, gli scrive parole decise
“Obbedienza e reverenza devo a voi, imperatore e padre, ma sappiate che ogni cosa non considera la mia prima volontà e il mio animo”.
Parole inascoltate e la giovane duchessa partirà per Roma dove cerca a lungo di resistere alla vera consumazione del matrimonio, malgrado le insistenze dello stesso pontefice. A Roma Margherita incontra personaggi celebri, ma quello che più la colpisce e con il quale entra in un intenso rapporto spirituale è il maestro Ignazio di Loyola: il fondatore della Compagnia di Gesù diventa il confessore della giovane donna, che a lui rivela i suoi turbamenti, mettendo a nudo una straordinaria sensibilità, combattuta com’è dal precetto di ubbidienza a suo padre, alle ragioni di stato e alla fede, mentre dentro il suo animo serpeggiano aspettative e desideri nascosti che neppure lei riesce a decifrare.
Gli incontri significativi di Margherita con uomini e donne che hanno contribuito alla grandezza di quel secolo vengono raccontati con naturalezza dalla voce della stessa protagonista: ecco l’ammirazione e l’affetto per la bionda Laudomia Forteguerri, per lei l’immagine di una vera libertà,
“Una libertà di pensiero e di movenze, di sguardi e di parole che non mi era mai capitato di vedere incarnata in queste forme in una donna”
; quello con Caterina de’ Medici, nero vestita, madre di tre re di Francia; con Vittoria Colonna, della cui amicizia viene privata per ragioni di politica religiosa che a lei sfuggono: è in odore di eresia la poetessa amica di Michelangelo Buonarroti.
La vita di Margherita cambierà ancora: verrà prima invitata a raggiungere il ducato di Parma e Piacenza, dove ormai acclamata duchessa di quei territori darà alla luce due gemelli, di cui sopravvive solo Alessandro. Il bambino le verrà presto tolto per essere cresciuto alla corte di Felipe, il suo fratellastro salito al trono di Spagna dopo l’abdicazione di Carlo V. Lei, proprio per ordine del taciturno e severo Felipe, era stata nominata governatrice dei Paesi Bassi, dove Margherita tornò felice, ritrovando odori e paesaggi del Nord, legati alla sua prima infanzia, i luoghi dove erano nati tanto lei che suo padre Carlo, a Gand nel 1500.
L’incarico di governatrice porterà Margherita a confrontarsi con problemi drammatici: la borghesia fiamminga (commercianti, navigatori, imprenditori) è insofferente della monarchia spagnola, legata alla chiesa cattolica più intollerante, che tratta i cittadini come coloni da sottomettere, esigendo tasse e tributi insopportabili. Si prepara una grande rivoluzione e i tentativi di mediazione di Margherita, che apprezza e stima due dei più eminenti rappresentanti delle nobiltà locale, Egmont e lo stesso Orange, vengono ignorati da Felipe che manderà nei Paesi Bassi il Duca d’Alba. Malgrado gli sforzi di Margherita per una conciliazione delle posizioni, il plenipotenziario inviato da Felipe procederà a una violentissima e sanguinosa repressione. Per Margherita, costretta a tornare a Parma da suo marito Ottavio, un’enorme sconfitta. Quando apprenderà la morte per decapitazione di Egmont, capirà quanto quell’uomo onesto e pieno di fascino l’avesse colpita nel profondo. Un altro uomo, uno scienziato silenzioso e appartato che faceva parte del suo seguito, farà compagnia a Madama negli ultimi anni della sua vita: il bolognese De Marchi, più vecchio di lei, la raggiunge ad Aquila, per restarle accanto in un momento difficile:
“Standovi vicino, aiutandovi a reggere. Spero lo permettiate”
La parola che resta in sospeso fra i due è “dolore, reggere il dolore”. In effetti Giulia Alberico nel ricostruire la storia di Madama d’Austria ci aiuta a rivivere una condizione femminile che, pur essendo privilegiata dalla nascita, dalla ricchezza, da una qualche forma di potere, è pur sempre la condizione di una vittima degli uomini, delle ragioni del potere e della sopraffazione, della guerra e della ricchezza, delle alleanze e delle sconfitte. Margherita non è riuscita a conoscere l’amore, né il piacere della sessualità vissuta con gioia e pienezza, né la libertà di abbandonarsi ai piaceri della lettura, della musica, della poesia, se non quando era già malata, stanca, provata dai tanti dispiaceri. L’erborista Dorotea che le allevia con le sue erbe medicinali i dolori alle gambe, la fedeltà silenziosa di Greta che bada al suo benessere, la presenza intima e discreta di De Marchi, che si stende silenzioso accanto a lei nell’intimità abitudinaria di vecchi sposi che si tengono per mano sono le ultime consolazioni di una vita che ha attraversato la parte centrale del secolo, che ha visto morire il sogno di suo padre, il cui disegno
“era quello di una grande monarchia universale che restaurasse l’antica unità perduta da sette secoli per poter così regnare su un impero che tenesse uomini diversi per lingua, tradizioni, costumi, sotto un unico sovrano che avrebbe saputo contenere e rispettare le particolarità di principi, città, stati.”
E così Margherita, figlia di questo sognatore, ma anche sorella del vincitore di Lepanto, Juan, madre di un grande guerriero, Alessandro Farnese, cosmopolita, abituata alle brume e ai canali del Nord, ma anche alla ricchezza della Corte pontificia, all’allegria delle feste a Firenze, alla rigorosa eleganza del ducato di Parma, alla colorata atmosfera del Regno di Napoli, finirà i suoi giorni a Ortona, nei suoi territori più amati, poco dopo un festoso Natale, nel 1586.
Negli ultimi mesi di vita, facendo un bilancio di ricordi, di mancanze, di incontri, Margherita si accorge di quanto abbia amato la bellezza dell’esistenza, la pienezza dei rapporti d’amicizia con le persone di qualità che hanno incrociato il suo percorso, i doni che ha ricevuto: abiti e gioielli sontuosi, una madrigale di Arcadelt, un prezioso vaso di porcellana di Delft pieno di rose, bulbi di tulipani rossi appena sbocciati, le Metamorfosi di Ovidio, il volto sorridente di Giovanna, la figlia di Juan ma quasi figlia per lei, i sonetti recitati da Laudomia, il sogno condiviso di libertà di Lamoral conte di Egmont, dagli occhi chiari “come il cielo di Bruxelles”, le battute di caccia nel fitto dei boschi, le parole non dette, l’odore del mare d’inverno.
Giulia Alberico ha prestato la sua scrittura raffinata e ricca di immagini, di metafore, densa dell’esperienza e della sensibilità di una donna matura del nostro tempo alla ricostruzione del carattere di un personaggio femminile poco conosciuto e mai analizzato. Attraverso la ricerca minuziosa a tutto tondo di una lunga fase della storia del continente europeo nel suo momento più ricco di contraddizioni, sanguinoso e in parte creativo della modernità, la scrittrice ha fatto emergere con la forza delle immagini e la magia delle parole poetiche che tanta parte hanno nella sua scrittura, la vita di una principessa, duchessa, governatrice, Madama, ma fondamentalmente di una donna in un mondo di uomini, una femmina mai tanto potente da poter conservare e vivere una sorta di individuale felicità, inseguita ma mai realmente raggiunta.
La Signora delle Fiandre
Amazon.it: 6,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Signora delle Fiandre
Lascia il tuo commento