La difesa del bufalo
- Autore: Carlo Barbieri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Carlo Barbieri è un ex direttore marketing di una multinazionale che ora, in pensione, si dedica con successo alla scrittura di gialli, sin dal primo “La pietra al collo” dove il suo commissario Mancuso indaga nel palermitano, svolgendo i suoi compiti in maniera esemplare. In quest’ultimo libro, come nel precedente “Il morto con la zebiba”, ci si aggira tra persone di religione musulmana che vivono ed operano ormai da anni nelle nostre città insieme alle loro famiglie. Carlo Barbieri analizza le radici del fenomeno del terrorismo islamico che attanaglia l’Occidente e, fra le righe de “La difesa del bufalo”, si scorgono le origini di un fenomeno che, ad un osservatore disattento, pare legato all’immigrazione clandestina ma che ha origine e motivazioni diverse e lontane nel tempo.
Sullo sfondo del racconto di Carlo Barbieri vi è il viaggio in gommoni di fortuna di gente disperata che cerca riparo da ingiustizie, miseria e violenza di ogni specie ma la cui morte viene descritta frettolosamente e ipocritamente solo in termini numerici e non come fossero persone, uomini, donne e bambini. Questo per sminuirne la portata, specie in rapporto ai costi umani che hanno assunto numeri spaventosi. Emerge l’emarginazione e l’immagine di un malinteso senso di superiorità se non di un vero e proprio diffuso razzismo verso questa gente.
L’avvincente sviluppo narrativo segue il percorso formativo del foreign fighter e i profondi conflitti interni di una persona che si era più o meno integrata ma si trova ora spinta a compiere atti destinati a sconvolgere il suo stesso ambito familiare. Sono persone inserite ormai da tempo in un differente contesto sociale, sebbene mantengano intatte le loro specificità culturali e religiose.
Ne “La difesa del bufalo”, come in un montaggio parallelo, le vicende dei protagonisti di cui l’autore propone un’acuta analisi psicologica nei capitoli del libro indicati con i giorni che mancano al compiersi dell’evento stragista previsto in un particolare giorno di festa. L’indagine del commissario Mancuso ha pertanto in questo giallo un sapore più forte ed intenso, in un quadro sociale di sottosviluppo o di mancata, falsa e carente inclusione. Individui che rimangono, nonostante il passare degli anni, per motivi diversi, legati alle loro origini, alle loro tradizioni e ai loro ambienti, in cui una presunta e distorta religiosità ha una forte connotazione di rivalsa verso le iniquità subìte.
Nel corso delle indagini non mancano le scorribande gastronomiche del commissario Mancuso tra i suoi preferiti e genuini cibi locali, dettagli che alleggeriscono il racconto dandogli una gustosa cifra personale. Il plot procede con l’avanzare delle indagini svolte in assoluta segretezza per non guastare l’atmosfera festosa della importante ricorrenza della Santa Patrona, il 15 luglio, giorno del Festino: le scoperte del poliziotto prendono pieghe sempre più intriganti e avvincenti, serbando sempre nuove sorprese ad ogni svolta del racconto. Uno stato di tensione emotiva investe i protagonisti, mettendo in allarme il loro quieto vivere, dal momento che, seppure gli attentati si susseguano ad un ritmo sempre più costante e continuo, non si riesce proprio ad abituarcisi, specie se il pericolo minaccia persone care.
Da tali individui, animati da un desiderio di annientamento altrui, occorre difendersi, con un atteggiamento di compattezza in opposizione alla loro azione individuale e isolata. È questa la migliore difesa.
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