La piccola Dorrit
- Autore: Charles Dickens
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2007
Il romanzo “La piccola Dorrit” (Einaudi 2007, titolo originale Little Dorrit, a cura di Carlo Pagetti, traduzione di Vittoria Rossi Ancona) venne scritto dallo scrittore e giornalista britannico Charles Dickens (Portsmouth, 7 febbraio 1812 - Higham, 9 giugno 1870) tra il 1855 e giugno 1857 e fu pubblicato in venti fascicoli mensili dal 1° dicembre 1855 al 1857 per l’edizione Bradbury & Evans.
“Questa storia mi ha tenuto occupato per molte ore di lavoro in due lunghi anni”.
Protagonista dell’opera più autobiografica dell’autore è la prigione londinese per debitori di Marshalsea, situata a Southwark, nella parte meridionale della città. Per la redazione della trama, il reporter Dickens, biografo delle vicende della piccola Amy Dorrit, compì un viaggio nella zona a sud di Londra, dove individuò i resti della famosa prigione, chiusa nel 1842 da una legge del Parlamento britannico, dove venivano rinchiusi i debitori insolventi, spesso insieme ai membri più indigenti della loro famiglia. In quel frangente Dickens era tornato indietro nel tempo, rivedendo se stesso, ragazzino dodicenne, che nel 1824 aveva subito il trauma dell’imprigionamento del padre assieme al resto della sua famiglia a Marshalsea. Il giovane Charles, rimasto fuori dalle mura del carcere, aveva dovuto interrompere la propria educazione per svolgere un lavoro degradante in una fabbrica di lucido da scarpe. Il titolo del romanzo che già alcuni critici contemporanei di Charles Dickens definirono shakespeariano per
“l’ampiezza e la forza dei motivi drammatici e del respiro romanzesco”
come sottolinea Pagetti nell’introduzione al testo, fu a lungo dibattuto dall’autore. Infatti, in occasione della pubblicazione del primo fascicolo nel dicembre del 1855, Dickens abbandonò la scelta del titolo precedente, Nobody’s Fault, cioè “Non è colpa di nessuno” per adottare Little Dorrit, che poi rese celebre l’opera. Attraverso la descrizione delle umane miserie dei personaggi del volume, “nobodies”, oscurati dai fallimenti della vita e dalla loro mediocrità, insieme a un’amara visione della borghesia inglese della metà dell’Ottocento, Charles Dickens compiva una spietata critica nei confronti della società vittoriana.
Diviso in due libri denominati rispettivamente Povertà e Ricchezza, il romanzo racconta la storia di Amy Dorrit, “Figlia della Marshalsea”, nata in prigione, giacché il padre William, distinto signore ma incauto uomo d’affari, era stato incarcerato, perché impossibilitato a saldare i propri debiti. Amy era molto piccola quando si era accorta che non tutti al mondo vivevano chiusi in uno stretto cortile circondato da mura altissime difese “da punte acuminate”. Inoltre la piccola Dorrit aveva compreso che solo lei e non suo padre poteva uscire da quella porta che si apriva con una chiave grande. Da quel momento la ragazzina aveva iniziato a guardare il “Padre della Marshalsea” (così era stato denominato William Dorrit dopo che era divenuto il decano della prigione), con occhi pietosi e addolorati. Non solo, la “Figlia della Marshalsea” generosa e caritatevole con il prossimo, quando posava lo sguardo sul padre
“vi si leggeva qualche cosa come un sentimento di protezione”.
Ma un’improvvisa eredità avrebbe cambiato l’avversa sorte della famiglia di Amy Dorrit.
“Finalmente applausi prolungati annunciarono che il signor Dorrit aveva varcato il cancello e che la Marshalsea era ormai orfana”.
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Letto da bambina, Splendido.