La strada senza ritorno di Andrzej Sapkowski

Andrzej Sapkowski è famoso per la Saga di Geralt di Rivia, lo strigo o come è meglio conosciuta adesso, The Witcher. Però ha scritto anche altro, molto altro, quando il resto del mondo lo conosceva poco e niente: racconti e storie pubblicate su riviste e/o antologie. D’altra parte quasi tutti gli scrittori che hanno avuto successo hanno cominciato così; bisogna imparare a camminare, prima di poter correre. I racconti de La strada senza ritorno (Editrice Nord, 2017, traduzione di Raffaella Belletti) sono arrivati a molte persone ma non a tutti, purtroppo. Per questo la casa editrice ha deciso di rimediare e convogliare quelle pagine in un unico, grande volume.

Cavalieri che combatteranno contro streghe, nobili che attendono un segnale per il loro futuro, storie di vendette e amori, giochi di potere che porteranno ricchezze alle menti che li ordiranno. Storie fantastiche, certo, però, se escludiamo magie e armature, potremmo facilmente prendere questi racconti e immaginarli ai giorni nostri come insegnamenti per la vita di tutti i giorni. Una vita che, a volte, ha solo bisogno di una spintarella.

La strada senza ritorno è un libro da divorare o centellinare come il miglior vino d’annata: le sue sono storie che cattureranno dalla prima riga e ci condurranno in un mondo fantastico. Forse sentiremo un po’ la mancanza di Geralt e di Yen (chi non la sentirebbe?) ma vi posso assicurare che lo stile narrativo di Sapkowski uscirà allo scoperto in ogni pagina, in ogni frase. Le storie autoconclusive, che sanno anche un po’ di Lovecraft e Poe, sono imprevedibili e affascinanti e ci trascineranno con loro fin dove vorranno e fin dove vorremo noi.

Un mondo da esplorare, personaggi da conoscere per poter sognare un po’ e tornare nel nostro mondo (o magari rimanere nel loro?). Un mondo che, comunque, è dentro al nostro cuore.