Le più belle citazioni di William Shakespeare

Un e-book offerto in omaggio da Garzanti, scaricabile a costo zero – cosa sempre gradita – ci regala “Le più belle citazioni” tratte da tutte le opere di William Shakespeare , organizzate intorno a un elenco di parole tematiche, da “abitudine” a “vuoto”. Perle di saggezza e ironia, piccole e grandi verità che il genio inglese aveva fatto pronunciare ai suoi personaggi quattro secoli fa, e che ancora oggi mantengono intatto il loro sapido insegnamento.
Alcune sentenze sono diventate di dominio comune, hanno la stessa popolarità dei proverbi più noti, e vengono tramandate di generazione in generazione. Chi non ricorda, da “Amleto”

“Il resto è silenzio”, “Essere o non essere”, “C’è della logica in questa follia”, “Fragilità, il tuo nome è donna”, “C’è del marcio in Danimarca”, “Morire, dormire, forse sognare”, “Parole, parole, parole”, “O vergogna, dov’è il tuo rossore?”, “Ci sono più cose tra il cielo e la terra…”

E dagli altri capolavori:

“Un cavallo, un cavallo! Il mio regno per un cavallo!”, “Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, “O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?”, “L’inverno del nostro scontento”, “Abbiamo visto giorni migliori”, “Carne da cannone”…

Ma altre sentenze, magari meno conosciute, manifestano la stessa intensità e acutezza degli aforismi di grandi filosofi, o il divertente sarcasmo della satira più intelligente. Eccone alcune:

“Non basta aiutare i deboli a rialzarsi, bisogna sorreggerli anche dopo”.
“Chi muore senza portarsi nella tomba un insulto, dono dei suoi amici?”
“La prima cosa da fare è ammazzare tutti gli avvocati”.
“La bellezza tenta i ladri più dell’oro”.
“Il male che gli uomini fanno sopravvive loro, il bene è spesso sotterrato con le loro ossa”.
“È un cuoco da poco quello che non si lecca le dita”.
“Non manca niente, se ci sono i soldi”.
“Senti il corvo che critica il buio”.
“È più eretico chi accende il fuoco di quella che ci brucia dentro”.
“Sono tutti eroi quando sono gli altri a soffrire”.
“Non c’è altro buio che non sia il frutto dell’ignoranza”.

E così via.