Le solitarie
- Autore: Ada Negri
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Il mio libro di letture delle scuole elementari era ricco, nelle sue pagine, di poesie di Ada Negri. Noi bambine infilavamo a memoria le sue parole a volte misteriose, a volte facili, senza comprendere quanto di grande fosse descritto in quei versi. Le solitarie è la sua prima raccolta di racconti, in parte autobiografici, che venne pubblicata nel 1917, in cui il tema trattato è la condizione femminile tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Una raccolta di novelle scritte con molta passione, anche politica. Non dobbiamo dimenticare la militanza socialista di Ada Negri: il suo intento, con la pubblicazione del libro, era di denunciare le discriminazioni, le emarginazioni e i disagi delle donne del tempo. Anche allora essere una scrittrice era scegliere una carriera non adatta ad una donna, costretta a combattere contro i mille pregiudizi che discriminavano il sesso femminile.
Ada Negri nacque in una famiglia molto povera: il padre era manovale e la madre tessitrice. Grazie ai sacrifici della mamma poté studiare, diplomandosi insegnante elementare. Iniziò ad insegnare a Milano e, poco più che ventenne, pubblicò le sue prime poesie: Fatalità. Per le tematiche sociali (venne pubblicato qualche mese prima del Congresso del Partito Socialista Italiano a Genova) ottenne un grande successo, suscitando non poche invidie nell’establishment letterario nazionale. Nel 1940 venne ammessa tra gli Accademici d’Italia, unica e prima donna, come è ricordato nel bellissimo saggio di Elisabetta Rasy, Tre passioni. Ritratti di donne nell’Italia unita. La Negri ebbe numerosi riconoscimenti per le sue opere; sposatasi e separatasi successivamente, senza mai dimenticare le sue origini di donna proletaria, dedicò tutta la sua vita all’insegnamento e alla poesia affrontando temi a lei cari.
Le solitarie descrive ritratti di donne dei primi del Novecento: Feliciana, Cristiana, Fresia, Veronetta, le loro condizioni di lavoro, di infelicità in matrimoni non voluti, vittime di abusi, donne senza istruzione e condannate alla povertà. La drammaticità delle loro vite, narrate nel libro, sono diventate nel tempo una testimonianza e un documento di notevole rilievo storico. Feliciana, la protagonista ne Il posto dei vecchi, la novella che apre l’opera, è una tessitrice come la mamma della Negri. Alla morte del marito, va a lavorare in fabbrica per pochi centesimi e con turni di più di tredici ore di lavoro per poter provvedere a lei e ai suoi due figli. Feliciana è una donna minuta con un carattere magnificamente ottimista. Il suo corpo esile aveva assimilato la fatica di tutti i giorni e, pensando al figlio più piccolo che voleva studiare e al più grande apprendista, sembrava non sentire più la stanchezza.
“La sua filosofia era semplice e logica: per due bimbi piccoli è ben più provvida una madre vedova, ma attiva e sana, che non lo siano cento padri beoni. Avrebbe tirato il carro da sola, fino a quando, le fossero bastate le forze; e allora i ragazzi, cresciuti ed a posto, avrebbero pensato a lei.“
Anche Fresia, della novella La promessa, è un’operaia che insieme a Marco, il suo amore, lavorava in un opificio grigio, tra cenci luridi e un asfissiante odor di polvere che essi emanavano. Quella mattina, mentre attendevano che la ciminiera con il suo fischio annunciasse l’apertura del portone della fabbrica e ognuno in fretta andasse al suo posto di lavoro, i suoi occhi umidi, fedeli, guardavano Marco. Aveva deciso di imbarcarsi e andare a trovare fortuna in America, dove tutti diventavano ricchi. Non voleva più credere a nessuno dei cambiamenti che i politici promettevano a loro poveri diavoli. Fece promettere a Fresia che l’avrebbe atteso, perché sarebbe ritornato ricco e l’avrebbe sposata.
“I compagni socialisti! Già. Comizi, probiviri, propaganda, dimostrazioni e scioperi, il diavolo a quattro, un mare di gesti e di chiacchiere: per riuscire, infine, a guadagnare due o tre lire di più al giorno … Poveri cristi tutta la vita, lo stesso!”
Le solitarie è una lettura molto coinvolgente, in cui vi è una profonda partecipazione della scrittrice alle vicende delle protagoniste, un universo femminile che destò interesse allora come ancora oggi. La visione umanitaria e la condivisione dei temi della povertà, della solitudine, dello sfruttamento, rendono Ada Negri un’autrice unica e indimenticabile.
“Ho consegnato il manoscritto delle mie novelle Le solitarie. Vi è contenuta tanta parte di me, e posso dire che non una di quelle figure di donna che vi sono scolpite o sfumate mi è indifferente. Vissi con tutte, soffersi, amai, piansi con tutte.”
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Bellissima recensione