Lo scrittore deve morire di Gianluca Morozzi e Heman Zed

Ubermensch Belasco, istrionico editore in quel di Reggio Emilia. Un tipo particolare, sopra le righe, decisamente sopra le righe. Un suo autore, Francisco Portali, ha appena pubblicato quello che si può definire un fallimento editoriale. Come rimediare? Ci penserà l’editore stesso ad affidargli quella che, a detta di lui, è la storia del secolo.
Ladislao Tanzi è un altro autore reduce da un flop. Anche in questo caso ci penserà il buon Belasco, a salvarlo, proponendogli quella che, a detta di lui, è la storia del secolo.

No, non vi state sbagliando: avete appena letto la stessa cosa per due volte, con due personaggi diversi. Non è un errore vostro, ma dall’editore che, coadiuvato da qualche bicchieri di Lambrusco di troppo, ha affidato la stessa storia a due autori.
Che faranno, ora?
Semplice: andranno avanti. Inizierà per questa strana coppia un tour di presentazioni infinito, un’odissea grottesca che non può finire bene. O forse sì?

Assieme a loro un manipolo di ceffi niente male, come il burbero Lothar, l’accanito sostenitore Raul o il critico Arcovaldo, un uomo che vive ancora dei fasti del passato. Un manipolo di “eroi” che attraverseranno il paese in lungo e in largo per portare un po’ di cultura alla gente. E non solo…

Heman Zed e Gianluca Morozzi ci portano in giro per l’Italia, e per i meandri della mente umana, e lo fanno con uno stile pacato ma deciso.
Un giro sulle montagne russe che ci lascerà frastornati ma anche curiosi di proseguire nella storia, una storia così assurda da apparire assolutamente reale. Immedesimarsi nei protagonisti sarà fin troppo semplice e divertente, uscire dal loro mondo sarà doloroso e ci lascerà con la voglia di tornare per rileggere delle loro vicissitudini. Che in fondo sono un po’ anche le nostre.

Lo scrittore deve morire (Guanda, 2012) è un libro dedicato a chi vuol trascorrere ore piacevoli, tra dialoghi (sur)reali e avventure che tutti noi abbiamo sognato di vivere almeno una volta nella vita. Un libro che farà ridere. E riflettere.