Prigionieri del paradiso di Arto Paasilinna

Dalla penna stravagante di Arto Paasilinna nasce Prigionieri del paradiso (Iperbborea, 2009, traduzione di M. Ganassini), un romanzo d’avventura, che a tratti rispecchia e descrive la situazione venutasi a creare in Italia a seguito della diffusione del nuovo Covid-19.

Pensate a un volo aereo che a seguito di una avaria ai motori si trova costretto a un atterraggio di fortuna in un luogo disperso. A bordo del velivolo una serie di figure istituzionali e personale medico, la maggior parte dei quale da tempo intrattiene rapporti di lavoro e ha una conoscenza professionale consolidata.

Il modo di considerare conoscenti di vecchia data e di intrattenere relazioni sociali con gli stessi, tuttavia, potrebbe subire delle modifiche su di un’isola dispersa nell’oceano.

Paasilinna definisce e racconta le dinamiche che, a seguito dell’emergenza e della convivenza forzata tra i viaggiatori sull’isola, andranno rafforzandosi.
Con il trascorrere dei giorni il gruppo di sopravvissuti affinerà tecniche di sopravvivenza e una volta consolidata la nuova routine quotidiana ci sarà spazio anche per le relazioni amorose.

I soccorsi tarderanno ad arrivare e il gruppo di sopravvissuti metterà a punto con piacere il nuovo stile di vita, tanto è vero che al momento del ritorno alla monotona vita di città sorgeranno non poche difficoltà e molti dei viaggiatori lotteranno per poter tornare a vivere come nella situazione sociale comunitaria instauratasi al largo di acque sconosciute.

Come può cambiare la vita delle persone a seguito di situazioni emergenziali che in poche ore possono sovvertire certezze e abitudini di vecchia data? Paasilinna, con fare ironico e allo stesso tempo critico, si pone nei panni di coloro che a seguito di una tragedia si vedono chiamati a riorganizzare la propria esistenza, che peraltro non risulta poi essere nemmeno così malvagia e critica.