Pupa
- Autore: Loredana Lipperini
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Pubblicato da Rrose Sélavi nel 2013, "Pupa" è una favola per bambini di più di dieci anni, adatta anche agli adulti.
Un librone che sembra di poche pagine, con tanto di prefazione, molto elegante con illustrazioni di Paolo D’Altan. Già il libro quadrone fa la sua figura, bello da vedersi.
La storia vede gli umani in un limpido e inquietante 2020. I vecchi sono tantissimi, così che i bambini hanno l’onere di adottarne uno per un periodo limitato.
La legge familiare del 2020 non ha avuto un vero effetto legislativo: i bambini non vanno di buon grado a trovare le persone anziane e i genitori pensano che perdono tempo e basta. Chi fa la richiesta deve dimostrare gentilezza e cortesie. Alcune ragazzine sono veramente portate a fare questo lavoro, altre meno.
Viola è al suo primo lavoro e si presenta a una signora di ottant’anni con un nome ridicolo, Pupa, con le paste piene di crema per il tè delle cinque.
Pupa, scontrosa e diffidente, non mangia la paste, ma sembra avere una vita interiore molto affollata di ricordi.
"Pupa abita al settimo piano di una casa popolare alta e grigia. L’ascensore è rotto. Mi aspetto di sentire odore di fritto e urla di bambini. Invece le scale sono pulite, e l’unico suono è una musica che riconosco subito: Mozart. Mi rendo conto che sto tamburellando
con le dita sulla carta che avvolge i tulipani, e arrossisco. La musica, comunque, viene da una porta aperta, e la porta è proprio quella della mia Richiedente."
La televisione è spenta (ma la tv nel 2020 sarà un semplice apparecchio o l’autrice si diverte a fare la luddista?).
Pupa fa vedere a Viola una sorta di acchiappa nuvole, le racconta di sé, le fa assaggiare cozze, la vecchia sembra venire dal mare, ha un mondo interiore vastissimo, racconta quello che vuole e non si sbilancia nel sapere come Viola vive, della sua famiglia e dei suoi studi. L’autrice prosegue:
"Passarono altre settimane, in cui costruimmo e tagliammo e dipingemmo e ascoltammo musica. Ma quando Pupa mi raccontò del suo ultimo incontro con il Jinn non stava facendo nulla di tutto questo: aveva davanti un foglio di carta e una penna. Era molto tempo che non vedevo qualcuno scrivere, così mi sedetti davanti a lei e osservai la mano che si muoveva con grazia, il nero brillante dell’inchiostro, il modo in cui la manica della camicia di Pupa, che quel giorno era di un bell’arancione, ondeggiava frusciando come un’ala di seta. Ho tenuto una penna in mano solo nei primi mesi di prescuola, prima che la carta venisse abolita".
Ho già preso troppo da un racconto non lungo, il resto fatelo voi con la sicurezza che non vi pentirete di aver amato per un momento questa anziana donna di nome Pupa.
Pupa. Il quaderno quadrone di Loredana Lipperini
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