Qualcosa
- Autore: Chiara Gamberale
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2017
Sembra una fiaba ma è molto di più. “Qualcosa” (Longanesi, 2017), il nuovo libro di Chiara Gamberale, è un romanzo breve adatto un po’ a tutti e soprattutto orientato a trecentosessanta gradi sul mondo di oggi, sulla nostra società.
Dal carattere squisitamente metaforico, il libro è gradevolmente ed efficacemente illustrato da Andrea Paggiaro più noto con lo pseudonimo di Tuono Pettinato, uno tra i migliori fumettisti ed illustratori italiani.
Chiara Gamberale ci racconta la storia di una bimba speciale il cui nome la dice lunga su di lei e sulla vicenda intera. Si tratta della principessa Qualcosa di Troppo; sì, proprio questo è il suo nome, quasi creato ad hoc per lei che, fin da piccina, mangia troppo, piange troppo, dorme troppo e vuole troppo. Eppure, con tutto ciò che ha, dovrebbe esser contenta: figlia del re Qualcosa di Importante e della sua sposa Una di Noi, la protagonista trascorre i primi anni d’età ad avere ma anche a volere… tanto… tutto. Vuole parlare, essere ascoltata, mangiare, giocare e mille altre cose ancora. Il risultato qual è? I coetanei Abbastanza la evitano e lei cattura l’attenzione degli altri solo perché è la principessa. Ma la vita e il destino, ahimè, non guardano il titolo nobiliare e, a volte, riserbano amare sorprese. Succede anche a Qualcosa di Troppo che, a soli tredici anni, perde l’amata mamma. Il dolore è immenso e per la prima volta la principessa prova un senso di vuoto, anzi un buco proprio al posto del cuore. Così mentre anche il re piange l’amata sposa, Qualcosa di Troppo è alle prese con un immenso dolore e, naturalmente, il suo è un dispiacere troppo forte, troppo grande. Da lì una serie di eventi si dipanano a raccontare quel che sarà della giovane principessa che, con un insostenibile dolore, scappa via.
“Doveva trovare un modo per liberarsi di quel buco. Perché faceva troppo, troppo male”
Lei, abituata ad avere giornate piene di eventi, di persone, di affetti, è sconcertata di fronte a ciò che prova, non lo accetta, si ribella. Nessuno soffre come lei perché nel suo mondo non ci sono mezze misure.
Nello smarrimento più totale s’imbatte nel suo opposto, il Cavalier Niente, dall’aspetto dimesso, gracile e un paio di occhialetti tondi, per la principessa troppo sporchi, che però non celano due occhi singolari: uno verde ed uno marrone. Lui è così diverso! S’inalbera un po’ perché la protagonista irrompe nella sua calma e interrompe “quello che NON stava facendo”. Lui è abituato così ma la sua quiete zen ha il potere di sciogliere il cuore della protagonista che per la prima volta, dopo la morte della mamma, scoppia in lacrime. Il Cavalier Niente non fa nulla ma le sta vicino e poi si mette a fischiettare. Strano modo di tenere compagnia, strano approccio amichevole ma lui è così, capisce che lei soffre e le spiega com’è, ai suoi occhi, la situazione
“Sopporta il buco, ripeto. Quando succedono cose troppo brutte ci mettiamo un po’ ad accettarle, tanto che all’inizio non ci sembrano nemmeno vere. E mentre la testa prende tempo per capirle, il cuore ci diventa un pezzo di groviera. Quindi non lo odiare il tuo buco, accarezzalo ogni tanto. Altrimenti non passerà mai”.
Un’amicizia difficile, un rapporto in salita quello tra Qualcosa di Troppo e il cavalier Niente eppure tra i due pian piano s’instaura un tenero legame. Passano i giorni insieme, soli o in compagnia di Madama Noia. Non fanno nulla, finalmente. Possono guardare il cielo, le nuvole e fantasticare. Non è poi così male. Ma la storia non finisce qui e tutto si ribalta ancora.
La principessina torna dal padre e riprende le vecchie amicizie. Ora gli Abbastanza hanno imparato a comunicare tra loro con strane macchinette e a scrivere qualunque inezia su un lenzuolo detto Smorfialibro. Basta che ognuno lo metta davanti a casa e gli altri diranno “mi piace”. Come non vedere in tutto questo un chiaro ritratto degli attuali social network e, più di tutti, di quello che potremmo maccheronicamente tradurre Faccialibro? I risultati non sono esaltanti, tutti sembrano divertirsi ma rimangono sempre in casa e si fanno più pallidi delle lenzuola stesse.
Il re allora pensa che per la sua principessina sia tempo di trovar marito: così Qualcosa di Troppo incontra un Duca sempre triste, un Conte che strenuamente lotta per i diritti di tutti ed altri ancora. Ogni volta è troppo felice, ha trovato l’Amore ma il ricordo del Cavalier Niente irrompe nel suo cuore. Lo vedrà ancora? Data l’audacia della principessa non possiamo che esserne certi ma anche questa volta Chiara Gamberale spiazza i lettori ed offre un finale non roseo come nelle fiabe.
Sì, questa è proprio una fiaba ma quando tutto diventa più reale, ciò che di prezioso s’era perso magari si ritrova.
Lasciamo ai lettori il piacere di leggere questa storia che definire gradevole è, per restare in tema, “troppo poco”. La fiaba si rivela, come nei secoli scorsi, il veicolo migliore per parlare, seppur con levità, di temi importanti: il benessere, il desiderio, il possesso ma anche i forti sentimenti e gli eventi come la paura e la morte. Il tutto si mescola all’atmosfera di oggi come a dire che il nostro “troppo”, da un lato, riempie le nostre vite con continue attività che quasi ci tolgono il fiato, ma dall’altro, ci rende impreparati, più deboli di fronte alle asperità della vita e che l’unica soluzione sta nel giusto mezzo, soprattutto nell’accettare gli eventi e nell’accettarsi dando spazio ora al Tempo ora anche alla Noia, sano recupero dopo tanta, troppa frenesia. Un libro davvero per tutti, da genitori a figli, da leggere d’un fiato e poi cui ripensare guardando un po’ le nuvole come facevano Qualcosa di Troppo e il Cavaliere Niente.
Qualcosa
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