Rosso è il colore dell’amore
- Autore: Mario Bonanno
- Genere: Musica
- Anno di pubblicazione: 2012
Un ricordo per una recensione, quella del saggio Rosso è il colore dell’amore. Intorno alle canzoni di Pierangelo Bertoli di Mario Bonanno. Un ricordo, quel momento della vita in cui tutto sembra incredibilmente più alto, più grande, molto più in alto dei tuoi occhi, molto più grande per le tue mani da bambino.
Un concerto e un uomo che canta da una carrozzella, come le sirene da scogli impervi, su cui ad un bambino sembrava impossibile vivere, figurarsi cantare; dagli scogli le sirene ammaliavano, perché poi si schiantassero contro la durezza della pietra le imbarcazioni, e finissero in mare gli incauti naviganti.
Bertoli cantava da quel che agli altri sembrava uno scoglio, in un paese inadatto a tutti, o quasi, come l’Italia, ma ancor più inadatto a Bertoli, non per attirare, non per ammaliare. Per far sentire la durezza dello scoglio, di tutti gli scogli, senza infrangersi, senza spezzare vele o ammainare bandiere, anzi il contrario, se possibile: far spirare più forte un vento di sogno e cambiamento, senza rinnegare mai la durezza dello scoglio, o la bellezza del canto.
Mario Bonanno, dopo aver indagato le rimozioni e le amnesie attorno a Stefano Rosso, (Che mi dici di Stefano Rosso? Fenomenologia di un cantautore rimosso), svela un altro cantautore duro, che non poteva rinnegare se stesso: Bertoli, su un palco, che canta "Spunta la luna dal monte", un ricordo, per recensire quel che è anche opera di ricordi e frammenti di punti di vista. Un ricordo, tra chi ricorda Bertoli.
Se fosse solo un album, con foto e canzoni e frammenti di memorie, qualche rimando ai bei tempi andati, quest’opera non avrebbe alcun senso, se non per mani rugose che non hanno rinnegato, o lo hanno fatto, e se le mangerebbero, ora, quelle mani.
Se fosse solo un libro cromaticamente (ed è qui inteso come politicamente) schierato, nel delineare emozioni o nel dipingere ideali politici andati per molti ma non per Bertoli, sarebbe un libro per nostalgici e sessantottini da panchina al parco.
Se fosse solo un libro di musica, enciclopedicamente inteso, artisticamente frainteso o compreso, sarebbe pane per gli esperti, vino per i cultori della materia.
L’idea di fondo che invece lo percorre, affiancando anche tutte le altre brevi descrizioni, se possibile, comprendendole e superandole di slancio, è una descrizione di descrizione, per dirla alla Pasolini, descrizione di chi descrive se stesso ed un mondo, di Bertoli che parla di Bertoli alla Bertoli, percorrendo tutte le età della sua vita, anni ’70 anni ’80 e via discorrendo fino alla morte, fedele a sé stesso in fame e malattia, in salute, gioia, dolore, ricchezza e povertà. Nella fama, e nella scomparsa della fama, nell’affievolirsi della stessa, nel cachet basso e nel fermarsi due ore a parlare dei problemi personali di uno qualsiasi degli spettatori di uno dei suoi concerti. Che non era uno qualsiasi, e non faceva sentire uno qualsiasi neppure l’ultimo dei suoi fan, quando lo fermavano, gli parlavano, lo ascoltavano.
Tutto questo racconta Bonanno e anche qualcosa di più: un piccolo insegnamento per la cultura del "molliamo appena sentiamo dolore", "molliamo appena qualcosa non va", "abbandoniamo la nave appena vediamo in lontananza gli scogli". Dal suo scoglio Bertoli invita a toccarne la durezza, a sentire con mano quanto può essere duro rimanere sempre al proprio posto, senza smuoversi, senza accettare cambiamenti che sarebbero svilimenti o peggio, prostituzioni intellettuali degradanti.
Dal loro scoglio, Bonanno e Bertoli invitano a cercare il senso vero della parola tedesca Leidenschaft. Leiden, che vuol dire dolore, e schaffen, che vuol dire creare. Un ricordo per una recensione, la voce di Bertoli dagli scogli di un palco troppo alto, in un mondo troppo lontano, troppo grande e difficile per un bambino. Un ricordo per una recensione, e quel fuoco che attraversa sotterraneo le righe del libro, che è di Bertoli, e di chi ne parla, lo ricorda, lo ascolta: inestinguibile, e sempre uguale a se stesso, leidenschaft, creare, creazione, e dolore, vita, nella sua sintesi, e ancora dolore. Attraversano tutto il libro, creazione e dolore fusi insieme, legati e intrecciati. Ah, leidenschaft vuol dire passione, ovviamente.
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