Soffocare
- Autore: Chuck Palahniuk
- Categoria: Narrativa Straniera
Con un linguaggio aggressivo e senza peli sulla lingua, Palahniuk ci descrive un mondo che tutti conosciamo bene, fatto di superficiali perbenismi e latenti dipendenze, un mondo dove è facile perdersi e difficile ritrovarsi.
Il protagonista è un giovane, ex aspirante dottore, che, sin da piccolo, ha avuto un’esistenza travagliata dalla presenza/assenza di sua madre che, purtroppo, continuerà ad assillarlo con le sue insensate idee fino alla morte. Victor ha due problemi: mancanza di soldi e dipendenza dal sesso. Per il problema numero uno, escogita un piano: ogni sera prende l’elenco del telefono e, a caso, sceglie un ristorante dove cenare. Quando sta per ingoiare l’ultimo boccone, finge di soffocare. Neanche a dirlo, tutti scattano in piedi e fanno a gara per salvarlo. Qualcuno sviene. Qualcuno strilla. Soltanto uno, però, compirà l’atto eroico di fargli sputare il boccone. Allora Victor piangerà, abbraccerà quell’uomo e il gioco sarà fatto. Lo sconosciuto, in un certo senso, si sentirà il padre del ragazzo ed ogni anno, nell’anniversario del soffocamento, gli invierà un bigliettino e dei soldi. Lo sconosciuto si sentirà, per il resto dei suoi giorni, un eroe. E di eroi Victor ne crea a migliaia, siccome la retta della casa di cura, dove la mamma è ospitata, è, a dir poco, esagerata. I mesi trascorrono con un via vai di bigliettini, tutti contenenti il medesimo messaggio e gli stessi dollari nella busta, da contare, catalogare, registrare in un apposito quaderno.
Per il secondo problema, invece, la soluzione sembra quella di recarsi alle riunioni di dipendenti, dove ci si racconta le proprie esperienze e si cerca di capire il perchè che sta alla base della dipendenza stessa. Ma Victor ha bisogno del sesso, perchè solo in quel momento la realtà misera che lo circonda evapora e la sua mente resta libera da ogni pensiero. Infine, egli trascorre la sua esistenza, arrotondando i proventi dei soffocamenti con un impiego da comparsa in una ricostruzione storica di una colonia americana del 1734, sempre affollata di turisti.
Se mi fermassi qui, potreste pensare che non varrebbe la pena leggere questo libro. In realtà, la faccenda è più grande di quel che, apparentemente, possa sembrare.
Anche se a tratti lo fa ironicamente, Palahniuk evidenzia come l’uomo avverte in sè il bisogno di essere utile agli altri e di essere amato.
Non è cosi? Ci si affanna per sentirsi dire "Bravo!", per avere un po’ di gratitudine, per dare un senso alla proprio vita, per ricevere tutto l’amore di un/una uomo/donna. Viviamo nell’affanno di sentirci utili. Vogliamo che la nostra vita abbia un senso. Ma qual è il senso della vita? Sembre che il senso della vita sia dare un senso alla vita.
Il problema dell’umanità è che le cose che facciamo sembrano non essere mai accadute. Durano un attimo, una frazione di secondo su una eterna linea di tempo. Sembrano esistere, quindi, solo nel ricordo. E il ricordo, giorno dopo giorno, diviene sempre più sfocato. E’ per questo che i turisti della colonia, dove Victor lavora, hanno la mania di scattare fotografie ad ogni movimento di vento. E’ per lo stesso motivo che si scrive un diario, come fa la mamma del protagonista, per tramandare a suo figlio fatti concreti, nero su bianco, e non solo parole di tanti e tanti anni dopo. E’, ancora, allo stesso scopo che Victor tiene un diario sulla sua dipendenza dal sesso, per poterlo rileggere e rivedere quanto in basso sia potuto cadere.
Palahniuk racconta tutto quasi con leggerezza e la storia sembra essere inserita in un circolo vizioso sesso-soffocare-sesso-soffocare, e così via, quasi fine a se stesso. Forse non ci crederete, ma la via di uscita, la porta della salvezza, esiste. E Victor la trova solo dopo la morte della madre ovvero di quella presenza del passato che lo opprime e lo tiene legato a sè, non permettendogli di maturare.
Il lasciapassare per una vita dignitosa sta nell’affidarsi all’immaginazione, alle idee. Perchè nessuna realtà può superare l’immaginazione. E’ cosi che possiamo, quotidianamente, creare un mondo fatto su misura per noi. Perchè, in fondo, è di questo che abbiamo bisogno. Di un mondo nuovo, fatto su misura per ciascuno di noi. Non significa, certo, estraniarsi. Significa, piuttosto, lavorare con la mente per costruire qualcosa di buono o, almeno, per costruire qualcosa.
Soffocare
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