Spy story love story di Nicolai Lilin

Tutto quello che ci si aspetta da un killer professionista che non ha mai fallito un compito è freddezza, precisione, lealtà, regole. Alesa possiede tutte queste caratteristiche e non solo, cresciuto come uomo e criminale nella Mosca degli anni Novanta, ha dovuto imparare molto presto a sopravvivere, a uccidere, in un insidioso e corrotto oceano urbano pieno di squali sempre pronti a farti a pezzi. Alesa, con il tempo, è diventato il migliore, una macabra attitudine all’omicidio che gli ha fatto scalare la vetta della Fratellanza, ponendolo al servizio del terribile Rakov, losco figuro a cui non basta più l’impero del crimine, deciso ad entrare in politica per prendersi tutto. Dopo tanti anni al servizio di qualcuno, però, adesso Alesa è stanco, vuole ritirarsi a vita privata e non essere più sotto il giogo di nessuno, ma lui è un personaggio troppo scomodo e Rakov, come estremo atto di fedeltà, gli propone un ultimo lavoretto, facile facile, e poi potrà ritenersi libero per il resto della sua vita. Quello che non sa Alesa è che quest’ultimo lavoro non sarà affatto facile come Rakov glielo ha descritto, perché la vittima è Marta, una donna come ce ne dovrebbero essere di più al mondo, e ad affiancarlo ci sarà Ivan, un giovane killer inesperto a cui insegnare il mestiere con la tendenza a fare troppe domande.

Nicolai Lilin, con “Spy story love story” (Einaudi, 2016), ci offre un romanzo accattivante, coinvolgente, drammatico nel presentare una realtà crudele, priva di affetti, all’interno della quale a volte la vita vale meno di un paio di pantaloni. Una parabola sulla guerra in tutte le sue forme aberranti, sugli automatismi e le difese psichiche a cui si deve ricorrere per sopravvivere, sul senso di colpa che ti uccide lentamente, molto più lentamente di un proiettile, ma in modo inesorabile.

“Continuiamo a volare tutti verso l’incognito, le nostre orbite s’intrecciano all’infinito, e la nostra memoria, a quanto pare, vale quanto una scarica elettrica nel vuoto assoluto: è tutto e niente allo stesso tempo.”