Un bene al mondo
- Autore: Andrea Bajani
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Se il romanzo può assumere valenze diverse dalla semplice narrazione, “Un bene al mondo” di Andrea Bajani è un esempio di come possa diventare lirica, poesia, fiaba, metafora la storia di un bambino e del suo dolore, che percorre le strade e i boschi di un paese di montagna, vicino al confine, attraversato dai binari del treno, con un passaggio a livello che è un altro confine con un non ben definito oltre, e che ama teneramente una bambina sottile, anche lei accompagnata da un piccolo dolore spelacchiato. Una storia piena di stupore e di meraviglia, dove nulla sembra reale eppure è la storia della vita di tutti noi: c’è l’innocenza dell’infanzia, c’è il dolore che attanaglia le nostre esistenze e che tendiamo a tenerci ben stretto, quasi fosse un animale domestico che vive con noi, c’è la dissoluzione della famiglia, la violenza domestica dell’uomo sulla donna troppo spesso indifesa, c’è la solitudine, l’abbandono, la fuga in un altrove, la crescita dolorosa, l’amore nelle sue diverse declinazioni, la ricerca della solidarietà degli altri, la fragilità dei sentimenti, la memoria e la nostalgia dell’infanzia perduta.
“Un bene al mondo” di Andrea Bajani è questo ma anche molto di più, in un accumulo di sensazioni, di ferite, di perdite, di ricerca di una possibile felicità:
“La felicità, si diceva camminando sui suoi tappeti rossi e guardando fuori dalle finestre, era chiudere a chiave le cose belle che erano successe. Diventare grande con le cose che aveva vissuto, e poi non vivere più. Quando lo pensava, il bambino accarezzava il suo dolore e si sentiva finalmente felice. E tra tutte le cose, quella era la cosa più triste”
Il bambino con il suo dolore che l’accompagna come un amico fidato, il padre del bambino con un dolore molto più forte e violento che a stento viene tenuto a bada, la madre del bambino con gli occhi vuoti, che prepara in silenzio cibo senza sapore, il bambino ignorato dai genitori troppo presi dal loro rapporto infelice, la bambina sottile che rappresenta il sogno di felicità, la paura del bambino di cadere in un abisso senza ritorno, di annegare in un mare oscuro:
“Quando il buio scoppiava nella testa del bambino, lui sapeva che il fondo del mare stava ancora più in basso della cantina in cui scendeva suo padre. Il bambino si faceva conchiglia e dopo si immergeva per andarsi a salvare”
Il citofono e lo zainetto, il treno e il guinzaglio, i biscotti e le tombe al cimitero, i piatti rotti, i cassonetti dei rifiuti, le chiavi di casa, la buca delle lettere, oggetti concreti di un normale quotidiano, si alternano nella narrazione a concetti astratti, simboli, metafore poetiche, sogni, figure retoriche: un impasto di realtà e sogno, tra passato e presente, luce e buio, infanzia e maturità, ricerca di un improbabile assoluto,
“Per i bambini che siamo stati. E per quelli che, crescendo, siamo diventati”.
Un bene al mondo
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