Aaa! di Aldo Busi

Alcuni critici letterari non hanno mai visto di buon occhio nel passato, la mole gigantesca di libri di Aldo Busi. Un libro e mezzo l’anno messo in pubblicazione, come se stessimo giocando con le statistiche.
Esacerbato e anche conscio, forse, di scrivere libri sempre uguali, latita, scrive qualche volta sui quotidiani. Sparito. Per sette anni.

Edito da Bompiani, "Aaa!" rompe il silenzio e ritroviamo di nuovo la corrosività dell’autore, la sua cattiveria con se stesso e con i suoi lettori.
La verità, o almeno una delle spiegazioni più convincenti, è che a Busi muore la madre amatissima, trattata malissimo dal marito. Una vita di stenti, una donna che mantenne dei rapporti con il figlio adolescente in giro per l’Europa, a cercare lavori umili per mantenersi, ma senza poter tornare indietro, perché il padre lo aveva cacciato di casa, quando seppe dell’omosessualità del figlio.
Le parole per la madre sono bellissime :

" Mi manca non mia madre, quella l’avevo data per persa cinque anni prima che morisse, ma le telefonate con lei quando ero via, più invecchiava, più erano spiritose".

Una donna sola, ma di pasta solida, non aveva bisogno di ganci e paletti come il figlio Busi, aggressivo a volte per necessità e narcisista come più o meno tutti gli scrittori.

L’ultimo racconto è una lettera aperta a Carla Bruni Sarkozy.
Scrive che le vuole bene e poi senza fare l’impiccione, non troppo, insomma, racconta di come della ex première dame gli piacesse la laicità, la scioltezza con cui non ha rinnegato niente, nemmeno un amante. Peccato che la sua forza e determinazione latitano: uno sciupio fare da sparring partner al marito. Poteva fare di più, ma il potere lei lo scansa, troppo timida o troppo pigra o semplicemente contenta di fare la cantante. Inteso che lei dalla sua voce non si aspetta molto.

Un piccolo librino che ha sbloccato lo scrittore, di nuovo in grande spolvero con "El Especialista de Barcelona". Come al solito l’italiano di Busi è ricco, fluido, ironico. Da leggere.