Ah l’amore l’amore
- Autore: Antonio Manzini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2020
A gennaio Antonio Manzini e il suo Rocco Schiavone sono tornati in libreria con Ah l’amore l’amore (Sellerio, 2020).
Un noto e facoltoso imprenditore muore in sala operatoria durante un delicato intervento chirurgico a causa di una trasfusione sbagliata. Sembra un episodio di malasanità destinato a riempire per qualche giorno le pagine di cronaca nera. L’equipe dell’ospedale di Aosta, guidata dal primario dott. Negri, finisce sotto inchiesta e il finale sembrerebbe scontato. Se non fosse che in quello stesso ospedale, e negli stessi giorni, si trova ricoverato il vicequestore Rocco Schiavone che, a seguito di un conflitto a fuoco raccontato nel romanzo precedente (Rien ne va plus, Sellerio, 2019) è stato operato dalla medesima equipe medica e ha potuto apprezzare la scrupolosità e la competenza del primario indagato.
Con un rene mancante e la sensazione di perdere i pezzi come un vecchio catorcio destinato alla rottamazione, ma con i sensi più all’erta che mai, Schiavone sente ancora una volta un odore che non gli piace, un odore di crimine, di raggiro, di marcio che lo spinge nonostante la sua condizione invalidante a mettersi in azione.
L’ospedale del resto, con il suo tempo sospeso e le notti che non passano mai, è una trincea ungarettiana, in cui i malati come soldati al fronte attendono la fine condannati a una veglia infinita. Nello stillicidio del tempo ospedaliero che sembra una metafora dell’esistenza umana, tra notti insonni e panettoni sbocconcellati al bar, Schiavone, fedele al suo fiuto, riuscirà a scoprire gli intrecci torbidi che hanno causato la morte dell’imprenditore aostano e a restituire l’integrità professionale e la dignità umana al primario ingiustamente accusato.
A condividere in qualità di braccio operativo l’indagine con il vicequestore sarà questa volta il neoispettore Antonio Scipioni, impegnato anche, e con non pochi sensi di colpa, in un intreccio acrobatico di relazioni con tre donne diverse.
L’ amore, si sa, è una faccenda complicata; avamposto di una vita che come una centrifuga distrugge e riduce tutto in minuscoli pezzi. Ma Schiavone, che può vantare una insospettabile parentela alla lontana con Nero Wolfe, ha una risorsa che lo rende inscalfibile, ed è l’inerzia. Se nell’investigatore americano è fatta di abitudini raffinate e sedentarie, nel suo omologo romano si compone di un disincanto estremo, di esiliato dalla vita, che gli consente tuttavia per un paradosso un’empatia profonda con la vita stessa fino a sentirne gli umori, gli odori e a distinguere anacronisticamente il Bene dal Male, con la sensibilità anfibia di chi ha attraversato, impregnandosene, entrambe le condizioni.
Come un animale braccato e ferito da un destino crudele, Schiavone ci appare un "figliol prodigo" della vita, separato e implicato con essa da un legame profondo di responsabilità che gli consente di restare integro anche quando sembra che stia cadendo a pezzi. Figura mercuriale ed ermetica, nella sua natura duplice che lo porta a frequentare il delitto e il castigo, la colpa e la redenzione (è fraternamente amico fin dall’infanzia di ladri e delinquenti, ma ha scelto di fare il poliziotto), Schiavone è dotato di una mente e di una sensibilità policroma in un mondo dominato dalla monocromia della grettezza e dell interesse egoistico.
Dietro la corazza apparente del cinismo conserva l’idealità di un cavaliere alla ricerca del santo Graal, che si esercita nell’attrito quotidiano con il mondo, che gli suscita disgusto e disamore, ed è però al contempo un modo di amare il mondo che, anche se non sembra c’entra con un’idea morale (e poco importa se politicamente scorretta) di integrità, di giustizia.
Ah l'amore l'amore (Il vicequestore Rocco Schiavone Vol. 15)
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