Eia eia alalà. Controstoria del Fascismo
- Autore: Giampaolo Pansa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Lo stile di questo veterano del giornalismo è fluido ed elegante come pochi: argomentazioni mai scontate, polemica sempre pronta e acuta, senza però esasperazioni.
Il buon Giampaolo Pansa tuttavia scrive da tempo con il serbatoio delle idee in riserva: i suoi ultimi libri non entusiasmano più come una volta, in sostanza non leggiamo più cose nuove e interessanti.
Questa controstoria del Fascismo è senza sale: di “contro”, in tutta sincerità, mostra ben poco.
In forma romanzata, il protagonista Edoardo Magni, nome di fantasia, proprietario di un’azienda agricola del Monferrato - la Garibaldina - racconta in prima persona le vicende vissute dall’avvento di Benito Mussolini alla caduta del regime, a Casale Monferrato - dove è nato Pansa - e nella zona tra Lomellina e Mortara.
Gli avvenimenti locali riflettono le più grandi e complesse vicende storiche nazionali dell’epoca: le rivolte guidate dai socialisti e dai comunisti, la reazione al timore di una - peraltro improbabile - rivoluzione rossa in Italia da parte degli agrari e dell’alta borghesia con il sostegno dello squadrismo, e le conseguenti agressioni, sopraffazioni, bastonature.
Si raccontano inoltre le rivalità, le invidie, le gelosie, le corruzioni diffuse nel cerchio di potere delle gerarchie fasciste, sempre comunque sotto la copertura più o meno consapevole del Duce.
Nella seconda parte l’attenzione è puntata sulla persecuzione degli ebrei, a seguito delle leggi razziali di regime, varate nel 1938, che portarono alla deportazione di gran parte delle famiglie ebree di Casale, come accadde in tutto il resto del Paese, tra l’indifferenza di tanti che girarono la testa dall’altra parte per non vedere.
Aspetti tuttavia resi noti da una sterminata letteratura degli storici di professione, e che quindi nulla di nuovo Eia eia alalà. Controstoria del Fascismo viene a svelare o aggiungere.
Seppur quindi piacevole la prosa, la trama in sé pare svolgersi quasi per forza d’inerzia, con ritmi narrativi sgonfi, ripetitivi, monotoni, dai dialoghi didascalici: di controstoria, diciamola tutta, non vediamo traccia. Fantasia e realtà storica – evocati l’eretico Cesare Forni, il capo degli squadristi Amerigo Dumini, e altri protagonisti del ventennio - si intrecciano e si intersecano un po’ con stanchezza.
Eccessivi i richiami sensuali ed erotici delle tante conquiste femminili di Magni, impenitente e fascinoso tombeur de femme monferrino, forse più adatti a riempire le pagine della letteratura rosa.
Alla fine dei salmi, diciamo che il cannovaccio narrativo è ormai consunto, sempre uguale a se stesso, e che il Pansa de Il sangue dei vinti sembra purtroppo essere un lontano ricordo.
Eia eia alalà. Controstoria del fascismo
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