I fratelli Cuordileone
- Autore: Astrid Lindgren
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2020
I bambini hanno spesso problemi simili, si pongono domande analoghe e hanno sogni non molto diversi da quelli di noi adulti, ma lo fanno con modalità diverse, in linea con la loro età e la loro sensibilità. Questa riflessione sul mondo dell’infanzia, insieme a molte altre su di essa, caratterizza gran parte della produzione letteraria della scrittrice svedese Astrid Lindgren, nata a Vimmerby, nella contea di Kalmar nella Svezia sudorientale, nel novembre del 1907 e scomparsa nel gennaio del 2002, considerata tra gli autori più importanti a livello mondiale in epoca contemporanea nella letteratura per l’infanzia e per i ragazzi. Lindgren è diventata celebre grazie a Pippi Calzelunghe, considerato un vero capolavoro, alla cui fama hanno contribuito anche alcuni film, una serie a cartoni animati e in particolare una serie televisiva, molto seguita anche in Italia, che ha avuto come interprete principale l’attrice svedese Inger Nilsson.
Questa scrittrice ha saputo cogliere come pochi altri le potenzialità dei bambini, il loro desiderio di libertà di espressione e la genialità che può nascondersi dietro ognuno di essi. Molti sono i libri in cui racconta storie nelle quali affiora questo loro desiderio di autonomia, il bisogno di emanciparsi da un’educazione troppo rigida che nei decenni passati gli adulti della sua generazione hanno imposto loro, privandoli in tal modo della vitalità e creatività.
Tra le tante storie narrate da Astrid Lindgren, più o meno note ai lettori italiani, quella de I fratelli Cuordileone è forse una delle più particolari, non tanto per l’originalità pur evidente della trama e per i temi trattati, quanto per l’ambientazione e i personaggi che riconducono all’atmosfera tipica del genere fantasy, generalmente poco esplorato da quest’autrice nella sua pur vasta produzione letteraria. Questo libro è stato ristampato nella nuova edizione in Italia da Salani nel 2020, nella collana “Gli Istrici Lindgren”, riservata appositamente alla scrittrice svedese, con la traduzione di Fiorella Onesti e le illustrazioni di Maire Ilon Wikland, estone di nascita ma naturalizzata svedese. La prima edizione italiana, sempre di Salani, risale invece al 2000, mentre in Svezia la prima pubblicazione è del 1973 con il titolo originale di Bröderna Lejonhjärta.
Un fantasy particolare che ha una forte dimensione spirituale, nata a un’esperienza ultraterrena vissuta dai due ragazzini protagonisti della vicenda: i fratelli Karl e Jonatan Cuordileone. Questo è il cognome attribuito loro nella traduzione italiana.
Karl, io narrante della storia, è il più piccolo dei due e anche il meno coraggioso, il meno forte e il meno bello, così almeno lui si considera. Ha un’ammirazione straordinaria per suo fratello maggiore Jonatan e viene da lui chiamato affettuosamente Briciola, proprio a causa della sua apparente fragilità. Jonatan, invece, è il classico eroe delle fiabe, un vero e proprio principe, bello, con i suoi occhi di un azzurro intenso, i capelli biondo oro, forte, senza macchia e senza paura.
Tale immagine mitizzata del fratello maggiore viene rafforzata agli occhi del piccolo Karl nella prima parte della storia, che va ben distinta dalla seconda. Nella prima infatti i due fratelli Cuordileone, che probabilmente è un soprannome e non il loro vero cognome, sono protagonisti di varie esperienze che condividono quotidianamente, in particolare nella loro umile, piccola, ma accogliente abitazione nella quale vivono insieme alla loro mamma. Mangiano, giocano, si raccontano storie o meglio Jonatan soprattutto le racconta a Karl, il quale essendo malato è spesso costretto a letto.
La loro vita in famiglia è semplice ma serena, anche se caratterizzata dalla preoccupazione costante di Jonatan e della mamma per i gravi problemi di salute di Karl, il quale vive un’esistenza sacrificata e dominata dalla sofferenza fisica, tanto da far prospettare una sua prossima scomparsa nonostante la tenera età. L’episodio che scombussola questo già fragile equilibrio è un incidente e in particolare un incendio scoppiato per una sfortunata circostanza e che divampa in casa con Karl e sua madre che sono fuori già in salvo, mentre il piccolo Karl è a letto nella sua cameretta che condivide con suo fratello maggiore. In un estremo atto di coraggio Jonatan entra nella stanza ancora in fiamme, riesce a salvare il suo fratellino facendo scudo con il suo corpo, ma non riesce a salvarsi. La morte di Jonatan sconvolge la vita della famiglia e soprattutto quella di Karl, il quale avrebbe voluto che suo fratello fosse risparmiato e potesse continuare a vivere e non lui, la cui esistenza di bambino malato gli appare priva di significato.
La malattia di Karl intanto avanza, facendo peggiorare le condizioni di salute di Karl che poco tempo dopo la scomparsa del fratello lascia anche lui questo mondo.
La storia potrebbe assumere un carattere drammatico, se questo fosse il finale, ma qui invece inizia la seconda parte, la più lunga, articolata ed emozionante, nella quale avviene il ricongiungimento dei due fratelli Cuordileone in una realtà ultraterrena, il paese di Nangjala, del quale Jonatan aveva a lungo parlato a Karl, durante il lungo periodo trascorso a letto malato a casa, come in una sorta di profezia.
Karl, che aveva creduto fin da subito all’esistenza di Nangjala, un luogo dell’anima dove le sofferenze fisiche del suo corpo avrebbero avuto fine e con il suo corpo rigenerato sarebbe stato in grado di vivere in pace e armonia nella mitica Valle dei Ciliegi. In questo luogo un giorno, alla fine delle loro vite terrene, i due fratelli si sarebbero potuti di nuovo abbracciare e vivere serenamente per tutta l’eternità in una terra rigogliosa, dominata dalla natura e dall’abbondanza di cibo, sole e di ogni sorta di beni.
Un vero e proprio paradiso, insomma, ma da condividere con altri esseri umani. Karl, nel suo racconto, narra come, in seguito alla fine della sua esistenza terrena, quanto profetizzato da suo fratello si avvera in pieno.
L’unico grande ostacolo, del quale anche Jonatan non aveva nemmeno sospettato l’esistenza, è la presenza di forze nemiche che operano il male e minano la pace e la prosperità degli abitanti della Valle dei Ciliegi: si tratta di Tengil, un cavaliere oscuro affiancato dal suo esercito e dai suoi seguaci, che come un vero tiranno diffonde il terrore nella popolazione rendendola sua schiava. Tengil per esercitare il suo dominio sulla Valle dei Ciliegi e sulla confinante Valle delle Rose, dove prende dimora nel suo castello circondato da mura apparentemente invalicabili, si serve di Katla, un feroce drago femmina sputafuoco, unico esemplare della sua razza sopravvissuto nei secoli, che tiene incatenato e che costringe a ubbidire solo a lui in cambio di cibo.
Jonatan e Karl dovranno cosi intraprendere una dura lotta di liberazione a sostegno di tutta la popolazione delle due valli, cercando di sconfiggere Tengil e riportare la pace a Nangjala. La loro missione viene sostenuta soprattutto dalla dolce Sofia, donna giovane e coraggiosa che vive da sola in una fattoria con le sue colombe portatrici di messaggi, vera eroina e condottiera insieme a Jonathan della "rivoluzione"; da Uberto, cacciatore abile, bravissimo nel tiro con l’arco, un po’ burbero ma coraggioso e generoso come pochi altri; da Mattia, uomo anziano di grande saggezza, ma ancora in gamba, furbo e agile nonostante l’età, che si offre di fare da nonno "putativo" del piccolo Karl.
Questi sono i principali personaggi della vicenda, a fianco dei quali compaiono altre figure sullo sfondo, alcune a sostegno del bene altre del male. Personaggi ad esempio come Jossi, il proprietario della locanda Il Gallo d’Oro, la più conosciuta nella Valle dei Ciliegi; o come Elfrida, donna anziana rimasta sola a vivere nella Valle delle Rose, nella sua fattoria in una zona isolata in mezzo alla natura, dopo la scomparsa di tutte le persone della sua famiglia, alla quale fanno compagnia le sue capre, che producono uno squisito latte. Tutti personaggi ben caratterizzati dall’autrice e che contribuiscono a rendere appassionante la storia. Un’epica battaglia nella parte finale del libro contribuisce a creare quest’atmosfera fantasy dopo la contrapposizione tra le forze del bene e del male e molto netta come avviene nei romanzi classici che possono essere inseriti in questo genere letterario. Una parte a sorpresa del finale rende tuttavia la storia meno scontata di quanto si possa immaginare.
Un’opera dunque diversa rispetto alla maggior parte di quest’autrice, ma che ha in comune con le altre il ruolo da protagonista ancora una volta affidato ai bambini, visti nella complessità della loro personalità. L’insegnamento che ci viene offerto in questo romanzo è che l’apparente fragilità, sia fisica che psicologica, di Karl "Briciola" viene superata dal più piccolo dei due protagonisti grazie al coraggio che egli riesce a trovare dentro di sé, sconfiggendo pregiudizi altrui e insicurezze personali, con la sola forza di volontà, una forza sconvolgente che ciascuno di può sviluppare nella propria vita, nonostante le difficolta che incontra, diventando in tal modo una persona nuova, un vero "Cuordileone".
Tra paesaggi mozzafiato, avventure emozionanti e sottile analisi psicologica dei personaggi, sia pur comparata con l’età dei potenziali lettori, che può essere collocata a partire circa dai nove-dieci anni in poi, la storia si rivela godibile sempre di più andando avanti nella lettura e quindi assolutamente consigliata anche agli adulti. L’unico appunto che chi scrive si sente di fare al libro è l’iniziale difficolta a capire l’esistenza di questa sorta di mondo parallelo, Nangjala appunto, riservato solo a coloro che hanno concluso la loro vita sulla Terra, che non appare subito chiara e che sembra slegata dalla prima parte del racconto. L’accettazione di questa seconda parte della storia avviene in modo graduale, attraverso l’abilità dell’autrice di creare questa ambientazione fantasy che in qualche modo ne giustifica l’esistenza.
Astrid Anna Emilia Ericsson, da sposata Lindgren, cognome che poi ha mantenuto per tutta la vita e con il quale è universalmente nota, ancora una volta viene promossa dunque anche in un romanzo diverso dalla maggior parte delle altre storie che l’hanno resa celebre, grazie alla sua capacità di superare le convenzioni sociali, liberando la fantasia e insegnandoci a riconoscere nei bambini tutte quelle grandi potenzialità che spesso non sappiamo riconoscere e che li rendono a tutti gli effetti dei piccoli adulti. La forza dell’amore resta comunque il filo invisibile che unisce tutte le sue opere, sia che si parli di legami familiari, amichevoli o sentimentali, perché solo grazie a tale forza, affiancata da quella della volontà e della fantasia, l’essere umano può superare i suoi limiti e vivere in pienezza la propria vita.
I fratelli Cuordileone
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