Lotta Combinaguai sa fare tutto
- Autore: Astrid Lindgren
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2019
E se fossero, non gli adulti ma i bambini, a riuscire a migliorare se non addirittura a salvare il mondo?
La letteratura per i ragazzi e per l’infanzia, in tempi difficili che pongono all’uomo contemporaneo problemi e domande di fronte ai quali egli è chiamato a dare risposte e possibili soluzioni, sembra a volte davvero un ottimo antidoto. C’è in essa una ventata di freschezza e di speranza che riconcilia con l’esistenza, per questo sarebbe opportuno e sensato leggere spesso tali libri.
Astrid Lindgren è una di quelle autrici che ha saputo elevare la letteratura per ragazzi, rendendola appetibile e interessante ai lettori di tutto il mondo, non solo a quelli giovanissimi, ma anche agli adulti. Questo perché le sue storie hanno quasi sempre per protagonisti bambini determinati, coraggiosi, intraprendenti ai quali ci si affeziona fin da subito e che sanno regalarci emozioni semplici ma autentiche, donandoci preziosi insegnamenti di vita.
Lotta Combinaguai sa fare tutto, pubblicato in Italia da Mondadori per la prima volta nel 2015 nella collana “Oscar Junior” e ristampata fino all’ attuale edizione disponibile del 2019, è un piccolo libro per bambini illustrato da Beatrice Alemagna, con la traduzione di Laura Cangemi.
La storia vede protagonista quella che può essere considerata in un certo senso, da un punto di vista letterario, la sorellina minore di Pippi Calzelunghe, il personaggio più celebre creato dalla grande scrittrice svedese.
Lotta, le cui avventure erano state già narrate nel primo libro a lei dedicato Lotta Combinaguai nella versione italiana, in questo secondo è cresciuta, ha quasi cinque anni ed è una bambina molto vivace. Ha due fratelli, un maschio, Jonas e una femmina Mia-Maria. Lei è la più piccola dei tre, ma si sente già grande dato che alla sua età sa già vestirsi da sola, uscire per conto suo e aiutare in piccole commissioni persone adulte come i suoi genitori, e non solo.
Ad esempio va a trovare una vicina di casa, la signora Berg, che ha il respiro affannoso e che Lotta in modo divertente chiama "mancafiato", portandole un filone di mano e aiutandola in piccole faccende domestiche e commissioni nel terzo racconto Quella volta che Lotta trovò un albero di Natale, il più divertente dei tre.
Inoltre sa risolvere problemi di non facile soluzione grazie alla sua grande fiducia in sé stessa, alla sua caparbietà e alla sua inventiva.
In questo secondo libro sono tre i racconti che la vedono protagonista: Quella volta che Lotta si arrabbiò (Visst kan Lotta nästan allting, Ndr ), Quella volta che Lotta andò in bicicletta (Visst kan Lotta cycla, Ndr) e Quella volta che Lotta trovò un albero di Natale (Visst är Lotta en glad unge, Ndr).
In ciascuno di essi la protagonista è chiamata a fronteggiare dei problemi che la riguardano o che a volte coinvolgono anche persone della sua famiglia. Questa è la vera forza di queste storie, altrimenti di estrema semplicità, tanto da fare pensare a prima vista che possano interessare soltanto bambini della fascia d’età delle scuole elementari: una bambina, che proprio come una persona adulta, riesce a sbrogliare piccoli problemi che in apparenza nemmeno i grandi sembrano in grado di risolvere.
Il motivo è la loro mancanza di fiducia, di tenacia, di fantasia, ma anche di quel sano ottimismo che nella vita aiuta, accompagnato da una buona dose di senso pratico e anche da un pizzico di fortuna che ogni tanto ci vuole.
Lotta è una che non si arrende, che si impegna con tutte le proprie forze per raggiungere i suoi piccoli obiettivi e che è ostinata nel voler “cavarsela da sola”. Questo tipo di personaggio è presente un po’ in tutte le storie di Astrid Lindgren, anche se con sfumature diverse e nasce da un’idea positiva dei bambini e della loro straordinaria capacità di porsi con coraggio di fronte alle piccole e grandi sfide che la vita riserva loro.
Lotta impara così, ad esempio, ad andare in bicicletta come ci viene raccontato nel secondo dei tre episodi, intitolato Quella volta che Lotta andò in bicicletta nonostante alcune difficoltà iniziali. Trova soluzioni laddove gli altri, adulti compresi, non ne vedono e questo la rende speciale.
Risulta evidente quindi che il libro abbia molto da insegnarci, al di là della semplicità degli eventi narrati, perché Astrid Lindgren vuole mostrarci un mondo dove si può vivere in modo sereno, basta affrontarlo con lo spirito giusto.
La narrazione non si serve, per insegnarci questo, di particolari artifici letterari, di fatti sensazionali, né ricorre al realismo magico, pur essendo una componente decisamente efficace per impreziosire e rendere spesso più emozionanti molte storie, né racconta di personaggi troppo stravaganti o di ambientazioni fantastiche.
La semplicità e un sano realismo fanno da cornice alla maggior parte delle storie di Lindgren, con qualche eccezione, si pensi per esempio a I fratelli Cuordileone che di fatto è un vero e proprio fantasy, ma riesce a mettere in luce la bellezza e l’unicità delle esperienze di vita e delle persone nella loro “normalità”, rendendole in tal modo speciali. In questo sta la grandezza di questa autrice insieme alla sua capacità di evidenziare la forza, l’intelligenza e l’autonomia che rende i bambini talvolta dei piccoli geni nell’affrontare quei problemi che, a volte, noi adulti non siamo capaci di risolvere.
Immagini tenere, simpatiche, ma anche di grande efficacia letteraria si possono trovare in questo piccolo libro e lo rendono prezioso. Come l’abitudine che ha Lotta di chiamare Orso il suo amico, un maiale di pezza, e di dialogare con lui. O ancora l’immagine inserita nel terzo racconto che raffigura un sacchetto di plastica nel quale sono stati collocati i resti, compresa la testa, di un grosso luccio che è stato mangiato a cena la sera precedente dalla famiglia e ora con i suoi enormi occhi bianchi fissa Lotta, tanto farle credere che sia ancora vivo.
Il libro venne pubblicato per la prima volta in Svezia nel 1958, anno in cui Astrid Lindgren vinse il Premio Andersen internazionale.
Astrid Anna Emilia Ericsson, nota più semplicemente con il suo cognome acquisito dopo essersi sposata, ossia Lindgren è nata a Vimmerby, cittadina nella contea di Kalmar nel sud della Svezia, nel 1907 ed è scomparsa a Stoccolma nel 2002.
I suoi libri sono stati letti da tante generazioni di lettori sempre con un rinnovato consenso, riuscendo a emozionarli ed educarli in modo sano.
Non è poi così assurdo quindi, per tutto quanto è stato scritto sopra, pensare che forse davvero i bambini potrebbero ottenere risultati positivi laddove, specialmente al giorno d’oggi, gli adulti hanno fallito.
Affidiamoci dunque a loro nella speranza che la purezza di sguardo, il loro ingegno e la loro fantasia possano risollevare il destino dell’umanità e impariamo, attraverso i libri di Astrid Lindgren, a dare loro più fiducia e ad amarli.
Lotta Combinaguai sa fare tutto. Oscar Junior
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