Italo Calvino è sicuramente uno degli scrittori italiani più importanti della seconda metà del Novecento e tra gli intellettuali più influenti del secolo, che all’attività letteraria ha unito anche il grande impegno politico, civile e culturale.
Calvino ha avuto una vita molto ricca e, benché sia autore principalmente di romanzi e racconti, si è interessato anche al teatro, al cinema, alla musica, all’arte e al fumetto.
Lo scrittore si è avvicinato a molte delle correnti letterarie che si sono sviluppate negli anni della sua attività e della sua vita (dal Neorealismo al Postmodernismo), ma ha sempre mantenuto un percorso di ricerca personale e coerente. Vediamo la sua biografia, le sue opere più importanti e il suo pensiero.
La biografia e le opere di Italo Calvino
Italo Calvino nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas, nell’isola di Cuba, da genitori italiani che svolgevano la professione di agrotecnici, dirigendo una scuola di agraria e un centro sperimentale di agricoltura.
Quando Calvino ha poco più di due anni, i genitori decidono di far ritorno in Italia e si trasferiscono a Sanremo, dove lo scrittore trascorre la sua infanzia e adolescenza e frequenta le scuole.
Sarà lo stesso Calvino a precisare più volte il fatto di non avere nessun ricordo di Cuba e di sentirsi a tutti gli effetti come se fosse nato in Italia, tanto che in alcune delle sue note biografiche riporta direttamente a Sanremo come città di nascita.
Nel 1941 si trasferisce a Torino e si iscrive alla Facoltà di Agraria, in cui insegna anche il padre, ma poiché ha scarso interesse per la materia, la abbandona dopo i primi esami.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si unisce ai partigiani per non essere arruolato nell’esercito della Repubblica di Salò, evento che segnerà molto i suoi primi scritti.
Durante la Resistenza aderisce al Partito Comunista Italiano, in cui milita anche nel Dopoguerra, mentre si iscrive alla Facoltà di Lettere a Torino.
Proprio in questo periodo comincia a scrivere racconti, avvicinandosi all’ambiente letterario e collaborando con varie riviste letterarie.
Oltre a ciò comincia a collaborare anche con la casa editrice Einaudi, conoscendo i maggiori scrittori dell’epoca. Per Einaudi nel 1947 pubblica il suo romanzo di esordio Il sentiero dei nidi di ragno, appartenente alla corrente neorealista — sebbene il neorealismo calviniano sia un neorealismo originale e "dal basso": l’avventura partigiana è affidata a un bambino, Pin.
Ascrivibili alla corrente neorealista sono anche i racconti pubblicati nel 1949 all’interno della raccolta Ultimo viene il corvo.
Nel 1952 pubblica Il visconte dimezzato. Il romanzo segna il passaggio, nell’attenzione dell’autore, dal neorealismo alla fiaba e all’allegoria. Il visconte dimezzato è il primo romanzo della trilogia de I nostri antenati: a completarla Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959).
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Nel 1962 conosce la traduttrice Esther Singer che sposerà pochi anni più tardi e con cui si trasferirà a Parigi, dove comincia a frequentare il gruppo di scrittori dell’Oulipo.
Nel 1963 pubblica La giornata di uno scrutatore, in cui racconta la giornata tipo di uno scrutatore intellettuale di sinistra alle elezioni del 1953; nello stesso anno esce anche il libro per ragazzi Marcovaldo.
Nel 1965 pubblica Le cosmicomiche e nel 1967 Ti con zero, mentre tra la fine degli Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta pubblica Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) e Palomar (1983).
Nel 1985 viene invitato a tenere una serie di conferenze ad Harvard e comincia a lavorare alle sue lezioni, ma viene colto da un ictus mentre si trova nella sua casa a Roccamare, presso Castiglione della Pescaia. Morirà pochi giorni più tardi a Siena.
I cicli di lezioni su cui stava lavorando verranno pubblicate postume nel 1988, con il titolo di Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio.
Il pensiero di Italo Calvino
Il neorealismo
Come la maggior parte degli scrittori del ’900, Calvino attraversa la fase neorealista a cui appartiene il suo romanzo d’esordio, Il sentiero dei nidi di ragno.
Il neorealismo è un movimento all’interno del quale gli scrittori raccontano l’esistenza umana, dando voce ai racconti alle storie delle persone, documentando quanto successo negli anni della guerra e nell’immediato dopoguerra.
Spinta per la scrittura è la consapevolezza di aver preso parte a grandi eventi della storia e la volontà di contribuire alla ricostruzione morale dell’umanità, provata dai grandi conflitti.
La letteratura, dunque, viene vista come uno strumento per incidere sulle coscienze e di ordinare l’esperienza collettiva.
Nella prefazione alla seconda edizione del Sentiero dei nidi di ragno, Calvino descrive il neorealismo in questo modo:
“Non fu una scuola, ma un insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse Italie, specialmente delle Italie fino allora più sconosciute dalla letteratura”.
Rispetto alla corrente neorealista, però, Calvino introduce degli elementi di novità, scegliendo di raccontare la Resistenza con gli occhi di un bambino di nome Pin.
Pin non capisce il senso degli eventi che vive e li guarda con l’ingenuità di un bambino. Tramite il suo sguardo lo scrittore fa emergere anche le contraddizioni e le debolezze degli uomini che facevano parte della Resistenza.
La trilogia de I nostri antenati
Dopo questa prima fase, dagli anni Cinquanta Italo Calvino opera una svolta verso la letteratura fantastica che si concretizza con la trilogia de I nostri antenati, ossia nei tre romanzi Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.
In questo filone, Calvino mescola elementi fantastici con l’ambientazione storica, mantenendo sempre un certo razionalismo illuminista, che accompagna tutte le opere dello scrittore.
Ad esempio, ne Il visconte dimezzato si parla dell’insanabile conflitto tra bene e male presente in ogni essere umano; mentre Il barone rampante rappresenta l’ideale d’intellettuale e di uomo a cui lo scrittore ambisce.
In tutte le opere di Calvino è sempre presente l’elemento fiabesco, che però non esclude la capacità di far emergere la concezione della vita dello scrittore, ponderata e drammatica.
La letteratura combinatoria
La fase più interessante dello scrittore, però, è quella sperimentale — che inizia negli anni Settanta — in cui si dedica alla letteratura combinatoria: alla base vi è la volontà di allargare i confini della letteratura, rompendo gli schemi tradizionali e aprendo a esperienze innovative.
In questo periodo nascono i suoi romanzi più noti, che risentono dell’influenza degli scrittori dell’Oulipo e dello scrittore Jorge Luis Borges.
La letteratura viene intesa come gioco combinatorio, creando un testo a partire da regole fisse che ne determinano la forma.
I romanzi che appartengono a questo filone sono Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) e Palomar (1983).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Italo Calvino: vita, opere e pensiero
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buonasera, volevo avere notizie su una raccolta di Calvino , "Le Cosmicomiche" .
non si trova molto, purtroppo, e l’hanno richiesto a mia figlia come argomento di esame di terza media. grazie in anticipo