La fonte sacra di Henry James

Per celebrare il centenario della scomparsa di Henry James (New York, 15 aprile 1843 - Londra, 28 febbraio 1916), Neri Pozza riedita “La fonte sacra” (2016, titolo originale The Sacred Fount, traduzione di Sergio Perosa) il romanzo dello scrittore e critico letterario statunitense naturalizzato inglese, pubblicato nel 1901, simbolo del saluto di James al nuovo secolo.

Figlio di Henry James Sr, filosofo e teologo e fratello di William filosofo e psicologo, autore di ventidue romanzi tra i quali “Ritratto di signora” e di centodieci racconti, il prolifico Henry James qui compie una perfetta ricostruzione della frivola aristocrazia inglese di inizio Novecento. Quando lo scrittore scrisse il testo aveva da tempo acquisito una fama internazionale di letterato e presto avrebbe messo in cantiere opere del calibro di “Il giro di vite”, “Gli ambasciatori”, “Le ali della colomba” e “La coppa d’oro”, diventando in tal modo The Master, “Il Maestro” della letteratura universale. James nato in una famiglia d’origine scozzese e irlandese che in America aveva fatto fortuna, educato a casa fino ai dodici anni, insieme ai fratelli era stato condotto per cinque anni in un continuo andirivieni fra l’Europa e gli Stati Uniti. Sin dalla giovinezza, James lesse e studiò le letterature europee a partire da quelle inglese, americana, francese, italiana, tedesca e russa, dimostrando subito propensione per la lettura e l’attività di romanziere. Espatriato di lusso in Europa, The Master si era trasferito definitivamente in Inghilterra, dapprima in un appartamento di Londra e poi, nel 1897, alla Lamb House di Rye, nel Sussex orientale, splendida casa tipicamente jamesiana, con annesso giardino, ora aperta al pubblico. Qui Henry compose la stesura di questo romanzo sperimentale e moderno, dallo stile originale, complesso ed elaborato fatto di discorsi presto interrotti, dialoghi a mezze frasi, futili duelli verbali. Sullo sfondo meravigliose descrizioni di magnifiche abitazioni e di parchi di stupefacente bellezza.

“Era il caso, mi parve, prevedendosi una numerosa comitiva, di cercare di vedere alla stazione gli altri, probabili amici o magari nemici, che fossero della partita”.

Un Narratore senza nome, Gilbert Long e Grace Brissenden da tutti chiamata Miss Briss si trovavano all’interno di uno scompartimento di un treno che li stava conducendo a una festa in campagna. Il Narratore aveva immediatamente notato che i suoi compagni di viaggio sembravano miracolosamente ringiovaniti dall’ultima volta che li aveva visti. Come era possibile ciò?

“L’orologio di lei si è semplicemente fermato. Non sembra affatto più vecchia”.

Sarebbe stato questo il primo di una serie di giochi di inganni e di specchi, un rebus quasi irrisolvibile per il Narratore e per il lettore. Stupisce e incanta la riuscita prova letteraria di James grande romanziere nonché padre del romanzo psicologico.

“Dopo di questo vidi altre, molte cose, ma avevo già tanta materia di riflessione, che le vidi quasi mio malgrado. La difficoltà stava nell’inerzia già acquisita dall’atto, come pure, senza dubbio, dall’abitudine generale, di osservare”.