Narratori delle Pianure
- Autore: Gianni Celati
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
“A quelli che mi hanno raccontato storie, molte delle quali sono qui trascritte”.
Tale è la dedica di apertura di questo scritto che raccoglie svariati racconti legati assieme, come un covone di spighe, da un fascio comune: quello della vita nella Pianura Padana.
La nebbia che confonde il paesaggio, il tempo che passa lentamente e silenzioso tra i paesi assopiti, i campi infiniti e misteriosi, i fiumi e la foce sul mare Adriatico. In questi scenari tante sono le storie che “per sentito dire” vengono raccontate e tramandate, e Celati ce ne ripropone trenta assumendo in un certo senso il ruolo di “racconta-storie” che tanto piacque a Calvino quando “Narratori delle pianure” venne pubblicato nella prima edizione del 1984. Calvino, infatti, così lo descrisse:
“Un libro che ha al suo centro la rappresentazione del mondo visibile, e più ancora una accettazione interiore del paesaggio quotidiano in ciò che meno sembrerebbe stimolare l’immaginazione.”
Storie, quindi. Storie surreali e storie verosimili; storie di gente comune, di gente che lavora, di gente che rientra a casa per l’ora del pranzo. La campagna ci viene rappresentata forse un po’ triste e malinconica ma assolutamente misteriosa, sospesa tra realtà ed incanto in cui il tempo rende le cose immobili ed immutabili.
È proprio lo scorrere del tempo il protagonista del racconto “Tempo che passa” in cui si narra di una donna che ogni giorno va a lavorare in macchina percorrendo una cinquantina di chilometri tra andata e ritorno ed il momento più difficile della sua giornata è
“quando al ritorno si ritrova sulla strada di casa, e si mette ad ascoltare il tempo che passa”:
“La donna dice che in giro si vedono macchine, ma non si vedono cani né bambini. Come se l’unico scopo nella vita fosse di mettersi al riparo da seccature, imbarazzi o complicazioni, gli abitanti vivono nascosti in quelle villette, uscendo allo scoperto solo per andare al lavoro o a fare la spesa in quel supermercato”.
Tanti altri sono i temi affrontati nei racconti seguenti come la solitudine, la lontananza, ma anche l’importanza della famiglia, l’amicizia, la fantasia e l’ingenuità che tuttavia viene raggirata e circuita, come nel racconto “Sul valore delle apparenze” in cui un’altra donna, dopo aver risparmiato una vita per regalare un appartamento al figlio, si ritrova truffata dal marito ma “fa finta di non saperlo e sta contenta perché non è successo niente”. Il salvare le apparenze, dunque, che come tanti altri comportamenti ed usanze vengono ripresi da Celati ripercorrendo il fiume Po, girovagando tra le campagne attigue fino a spingersi a Gallarate, luogo dove ha origine il primo racconto, “L’isola in mezzo all’Atlantico”.
“Narratori delle pianure” (ultima edizione Feltrinelli, 2003) valse a Gianni Celati il premio Grinzane Cavour, credo io, proprio grazie alla sua semplicità e alla sua forma originale. Un macrocosmo raccontato attraverso trenta microcosmi differenti e solitari, esperienze di vita che si susseguono e omaggiano questa parte d’Italia che tanto Celati ama raccontare e descrivere, dove tutto appare piatto e deforme ma solo in apparenza è implacabile in quanto ogni cosa è permeata d’una sublime semplicità che sempre affascina e che solo a prima vista “meno sembrerebbe stimolare l’immaginazione”, riprendendo le parole di Calvino.
“C’è un uomo molto vecchio e sdentato che dice di sapere com’è cominciato tutto quanto esiste. Se n’è accorto una notte guardando il cielo, e dopo l’ha studiato nei libri” (incipit del racconto “Com’è cominciato tutto quanto esiste”).
Narratori delle pianure
Amazon.it: 9,50 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Narratori delle Pianure
Lascia il tuo commento