Quattro novelle sulle apparenze
- Autore: Gianni Celati
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
“Tutto quello che si sa è che bisogna continuare, continuare, continuare come pellegrini nel mondo, fino al risveglio, se il risveglio verrà”.
Rieditate dopo circa diciassette anni da Quodlibet le “Quattro novelle sulle apparenze” di Gianni Celati, nate dalla lettura di un testo di Franz Kafka, costituiscono un libretto intenso e ancora molto attuale. Le quattro storie hanno in comune una vita vissuta all’insegna dell’apparenza, affannatasi dietro all’avere, alla cura della propria immagine, del proprio ruolo, finché in ognuna di queste vite, non accade qualcosa di insospettato, che mostra inevitabilmente a ciascuno la propria fragilità esistenziale. In tal senso il testo antico del Qohèlet insegna:
“vanità delle vanità, vanità delle vanità, tutto è vanità”.
Incontriamo così Baratto un insegnante di ginnastica con la passione del rugby che decide ad un certo punto di non parlare più, e dopo varie situazioni diverse, costruisce relazioni solo con chi gli piace; o ne I lettori di libri sono sempre più falsi, uno studente di letteratura, una giovane donna e un direttore di un’agenzia di vendita di libri a domicilio. Tutti e tre i personaggi sono a proprio modo presi nel tentativo di raggiungere l’irraggiungibile, il giovane studente i libri non vuole solo venderli ma anche leggerli e capirli mentre il direttore, invece, gli dice di non leggere nulla, perché chi vende libri non può leggerli; poi c’è il dirigente aziendale che inizia a scrivere il romanzo della sua vita e scopre di aver vissuto una vita vuota, senza significato e di avere un figlio adolescente pigro, lontano, incomprensibile; infine, ma non ultima, la storia del pittore di insegne, dedito a studiare il paesaggio e la luce nelle diverse stagioni sulla strada dove abita da molto tempo. L’osservazione avviene solo da un punto di vista in un’infinita immobilità di cui testimone è lo stesso narratore che poco o nulla può fare.
Quattro racconti originali che contengono anche una riflessione filosofica sulla vita e una riflessione psicologica sul genere umano, scritti da un grande maestro della lingua italiana, dove
“i protagonisti si sentono estranei ad un mondo fatto di parole, cerimoniali e abitudini, il che ne fa dei dispersi che vagano nel mondo. Ma poi tutti alla fine devono constatare che c’è poco da fare: la vita è solo una trama cerimoniale per tenere insieme qualcosa d’inconsistente, a cui però apparteniamo”.
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