Niente di vero tranne gli occhi
- Autore: Giorgio Faletti
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2004
Quando nel 2002 Giorgio Faletti diede alle stampe Io uccido, la reazione generale fu di assoluta sorpresa, ben miscelata con lo scetticismo che da sempre accompagna chiunque tenti di scrollarsi le etichette da dosso. Poi però prevalsero le parole. Pagine e pagine di grandissima introspezione; ambientazioni curate e personaggi dal passato indecifrabile. Due anni dopo, Faletti tornò con una sorta di seguito spirituale, diverso nella storia e nel contesto, ma identico nella sostanza: Niente di vero tranne gli occhi (Baldini Castoldi Dalai, 2004).
Trama - Jordan Marsalis è un ex tenente della Polizia americana. Nonostante sia il fratellastro del sindaco di New York, Jordan sente di non avere più un futuro. Così, abbandona la sua casa, infila il casco, e sale sulla moto. Destinazione: l’ignoto. Il viaggio, però, non comincia nemmeno. Dal fratello Christopher, infatti, giunge una telefonata. Suo figlio Gerald, nipote di Jordan, è stato assassinato. Il cadavere è stato lasciato in una posa che rimanda a quella dei Peanuts. Al protagonista non resta altro da fare che rimandare tutto e rituffarsi in quella che potrebbe essere la sua ultima indagine.
La vicenda s’incrocerà con altri due personaggi, ovvero la transessuale Lysa Guerrero e il commissario della Polizia italiana, Maureen Martini.
Niente di vero tranne gli occhi è un thriller che prende a piene mani dal repertorio classico del genere. I personaggi sono sempre in movimento, oppressi da un qualcosa che a volte è palese e altre volte no. Ogni personalità possiede una propria base ben riconoscibile, costantemente arricchita lungo tutta la durata della narrazione. Similmente a quanto è accaduto con Io uccido, il protagonista Jordan Marsalis nasconde un passato che affascina e incuriosisce, pur presentando tratti meno oscuri e drammatici del “collega” Frank Ottobre. Rispetto all’opera precedente, Faletti ha donato maggiore attenzione ai personaggi secondari, in particolare Lysa Guerrero e Maureen Martini, tratteggiati con cura e rese indispensabili per il dipanarsi dell’intreccio.
Ciò che non cambia è lo stile per certi versi innovativo e per altri convenzionale. Faletti dà voce a qualsivoglia pensiero. Ogni personaggio parla con se stesso prima ancora che col lettore, producendo riflessioni non sempre funzionali e necessarie. D’altra parte, però, l’autore stupisce per la capacità di trasformare anche il più banale dei concetti in considerazioni talvolta brillanti, che arricchiscono oltremodo lo spessore psicologico ed esistenziale di ogni soggetto raccontato.
Opinabile, a seconda dei gusti, è invece la scelta di inserire elementi di fatto soprannaturali, certamente ben contestualizzati, ma che potrebbero scontentare gli amanti dei thriller di stampo canonico.
In sostanza, Niente di vero tranne gli occhi è un degno seguito di Io uccido. Anzi, dal punto di vista strettamente stilistico, sono ravvisabili persino alcuni piccoli miglioramenti, come una narrazione più chiara e meno confusionaria della vicenda. Tra i difetti, resta una lunghezza forse eccessiva, appesantita dai tanti, troppi pensieri, talvolta memorabili, talvolta meno.
Non bisogna farsi scoraggiare dalla mole. Faletti, nonostante le mancanze sopracitate, rimane uno scrittore dal talento indiscutibile, che va letto, riletto e commemorato. Di “doni”, prima di andarsene, ce ne ha lasciati parecchi. Il nostro compito, adesso, è soprattutto quello di custodirli.
Niente di vero tranne gli occhi
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