Perché leggere i classici
- Autore: Italo Calvino
- Genere: Classici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
Quando si parla di classici, ad ogni lettore verrà in mente una determinata serie di titoli tra i libri letti e tra quelli che si sono sempre voluti leggere senza averne mai avuto occasione. Ma cos’è un classico? Uno dei tentativi più riusciti di darne una definizione è senza dubbio quello di Italo Calvino nel suo saggio ’’Perché leggere i classici?’’, in cui una prosa lucida, guidata da una logica che rielabora ogni pensiero in una nuova definizione, ci spiega la visione dell’autore sull’argomento.
Un classico è prima di tutto un libro che le persone affermano di stare rileggendo piuttosto che leggendo. Si tratta dunque di opere che rappresentano un’esperienza ricca di nuovi significati quando ripresi in mano dopo una prima lettura, e che al tempo stesso, però, sono altrettanto stimolanti per chi ci si confronti per la prima volta in giovane età o semplicemente nel momento migliore per farlo nel corso della sua vita. Il libro rimane lo stesso ma siamo noi a cambiare e con noi la nostra prospettiva, ed un classico è quell’opera capace di offrirci questa nuova prospettiva tanto alla prima quanto alle successive letture.
Calvino si sofferma poi sull’importanza di leggere un classico, almeno una volta, nella sua purezza, senza note, commenti, interpretazioni o bibliografie. Un classico si definisce, infatti, anche per la sua capacità di generare intorno a sé questa nuvola di estensioni che non diranno mai tanto quanto il libro da solo riesce a dire. Essenziale è inoltre avvicinarsi ad un libro non per dovere o senso di rispetto ma sempre per passione. La scuola ha il fondamentale compito di insegnarci a conoscere e di darci gli strumenti per trovare il ’’nostro classico’’ e ne segue che sia necessario leggere determinati libri, che ci piaccia o no, durante il nostro percorso formativo, ma le scelte che contano sono quelle fatte al di fuori della scuola. I libri che scegliamo come i ’’nostri’’ classici sono quelli a cui non siamo indifferenti e che, anche quando provocano in noi un senso di opposizione, rappresentano il mezzo attraverso cui ci definiamo.
Come fare, però, per trovare il tempo di conoscere i classici quando fiumi di materiale stampato sulla contemporaneità inondano le nostre vite? Italo Calvino ha dei dubbi sull’utilità di dedicarsi solo ed esclusivamente alla lettura dei classici e crede invece in un giusto equilibrio tra classico e contemporaneo. L’efficace immagine usata è quella del presente come un rumore che il classico riesce a trasformare in un sottofondo e senza cui, tuttavia, il classico non potrebbe esistere.
“Perché leggere i classici?’”, che dà il titolo ad una brillante raccolta di saggi e che vale davvero la pena leggere e ricordare, ci regala infine un consiglio su come costruire la nostra personale biblioteca: una metà dovrebbe custodire i libri che abbiamo letto e che significano qualcosa per noi, l’altra metà quelli che desideriamo leggere perché crediamo possano avere la stessa rilevanza nella nostra vita.
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