Sangue, sesso, soldi. Una controstoria d’Italia dal 1946 a oggi
- Autore: Giampaolo Pansa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2013
Leggere il vecchio Giampaolo Pansa fa sempre bene, arricchisce comunque la si pensi. Il dissenziente sinistroide passato a Libero si è spesso attirato palate di critiche da colleghi, storici, compagni, per le posizioni prese su alcuni misfatti compiuti dopo il 1945 da una parte dei partigiani rossi.
L’uomo di Casale Monferrato resta un grandissimo giornalista e scrittore dallo stile elegante, un veterano della cronaca molto attento, stimolante come pochi rimasti ormai tra le redazioni. Dopo averlo letto ti accorgi di saperne davvero di più sull’argomento: i suoi articoli o libri ti lasciano sempre dentro qualcosa e un’informazione ad ampio raggio.
Sangue, sesso, soldi (Rizzoli, 2013) è una controstoria nazionale con i fiocchi, dove a vicende private si alternano storie e avvenimenti importanti che hanno lasciato il segno nella carne viva di questo paese.
Un lungo racconto, un romanzo tragicomico nazionale, dal dopoguerra fino ai nostri giorni di spread e recessione. Originale e non casuale mix di persone comuni conosciute dall’autore e protagonisti della politica e dell’economia. Episodi di banale quotidianità, reminescenze personali, avvenimenti di rilievo di questi ultimi sessant’anni sono i tasselli di una composizione d’insieme offerta a chi voglia capire l’anima profonda del Belpaese e, di rimando, di noi italiani. Ricordi e storia politica si intersecano per tutto il libro.
Il dopoguerra, il boom economico, il Sessantotto, le bombe degli anni Settanta, la crisi petrolifera con le domeniche a piedi, il terrorismo, Tangentopoli e Mani pulite, le stragi mafiose del 1992/92, fino ad arrivare ai giorni attuali. Tante le personalità incrociate e raccontate: De Gasperi, Sullo, Fanfani, Feltrinelli, Agnelli, Romiti, Andreotti, Cagliari, Craxi, Gardini.
Pansa ci aiuta a leggere con disincanto la storia di un popolo – fatta non soltanto di personaggi di rilievo, ma anche di gente comune - per arrivare a capire che cosa siamo oggi. Traspare inoltre la consapevolezza e la nostalgia per un’Italia migliore ormai alle spalle – soprattutto nel periodo tra la Ricostruzione e la fine degli anni Sessanta - e un malcelato pessimismo sul futuro dietro l’angolo.
Certo, Pansa non è uno storico di professione – né, credo, mai si sia ritenuto tale - bensì soltanto un giornalista impegnato in prima persona a narrare ciò che ha vissuto sotto i propri occhi, come inviato in ogni angolo del paese. Tuttavia, dobbiamo essergli grati se adesso possiamo avere una visione più completa della realtà, una prospettiva a tutto tondo ben lontana da ogni integralismo ideologico, pigro conformismo, supponenza intellettuale. Lettura di conseguenza sconsigliata a chi è convinto di sapere già tutto e avere la verità in tasca.
Sangue, sesso, soldi. Una controstoria d'Italia dal 1946 a oggi
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